recensioni dischi
   torna all'elenco


STEFANO GIACCONE  "Tras os montes"
   (2006 )

Stefano Giaccone non è un ragazzino. E' ormai più vicino ai 50 anni che ai 40, e suona da una vita intera. Nato negli Stati Uniti, a Los Angeles, si trasferisce in Italia a 7 anni, a Torino, e a 14 anni già suona chitarra e sassofono. Non c'è niente da schivare e niente da schifare, nella sua personale crescita musicale: trovano quindi spazio nelle sue esperienze generi diversi, antitetici come rock, jazz, e addirittura punk. Gira l'Europa suonando: Germania, Svizzera, Spagna, Norvegia, Gran Bretagna. Tornato in Italia, fonda i Franti, il più importante gruppo indipendente italiano degli anni ottanta, con i quali incide la bellezza di 13 lavori tra cd, cassette, Lp e compilation. Dopo successive esperienze e registrazioni con svariati altri gruppi (Environs, Orsi Lucille, Howth Castle, La Banda di Tiro Fisso, Yuan Ye, Kina), Stefano decide finalmente di mettersi in proprio: era già uscita nell'89 una sua cassetta (ora introvabile) dal titolo "Ne’ un uomo ne’ un soldo", dal '95 in poi arrivano quindi 9 dischi, compreso uno con Claudio Villiot ("Corpi sparsi" del '95) ed uno col nomignolo di Tony Buddenbrook ("Le stesse cose ritornano" del '97). L'ultimo era stato "Una canzone senza finale" del 2004, registrato ed interpretato insieme a Mario Congiu. Si arriva così all'aprile 2006 quando viene pubblicato questo "Tras os montes", distribuito da Venus su tutto il territorio nazionale: registrato in Galles, dove Stefano risiede da un po' di tempo, il disco è stato arrangiato dal polistrumentista Dylan Fowler, un grande del panorama folk-jazz internazionale. Una presenza, questa, importante, che ben traspare da ogni singola nota del disco. Undici gli episodi, di cui otto di Giaccone (il migliore dei quali è la pungente "Ridere") più tre cover: "Senza sicura" di Edoardo Cerea, "La neve" dei 24 Grana ed anche una originale e sognante "Totally yours" di John Doe, che rifatta in italiano diviene "Tuo per sempre". Non c'è fretta, in queste canzoni: si tratta di luoghi ed umori senza tempo, nei quali perdersi è bello e rilassante. Un po' come nelle cose migliori di Ivano Fossati, artista alla cui scrittura l'odierno Giaccone spesso si avvicina, come note e soprattutto come liriche. La copertina, nella quale alle spalle di Stefano si affollano e si rincorrono auto impazzite, è volutamente fuorviante: l'anima vera del lavoro è all'interno, dove le belle immagini mostrano la fattoria dell'artista nel Galles, e la soffitta nella quale queste canzoni sono nate, provate e riprovate mille volte sino alla stesura definitiva che si può apprezzare nei 50 minuti di questi 11 brani. E già Stefano è al lavoro (in Galles, tanto per cambiare) sul nuovo album, che uscirà il prossimo autunno, disco al quale stanno partecipando numerosi artisti importanti, tra i quali Gigi e Tommy dei Perturbazione, gli Airportman, e altri. Ci viene voglia, già da ora, di ascoltarlo. Speriamo di averla fatta venire anche a voi. (Andrea Rossi)