LA C.O.SKA (COMPAGNIA ORCHESTRINA SKA) "Chettelodicoafare"
(2007 )
Lo ska è un sempreverde, che non sfiorisce mai e che mai sfiorirà. La musica in levare è stata la colonna sonora di tante generazioni consecutive, soprattutto dopo il boom di Madness, Specials e Bad Manners nei tardi anni '70 (ma, ovviamente, esisteva già da molto, molto tempo prima, dalla nascita in Giamaica negli anni '50). Ora, come tutti i generi, anche lo ska è soggetto a contaminazioni d'ogni genere, e quindi è facile, nell'ultimo periodo, assistere ad esperimenti d'ogni fatta (spesso anche riusciti), nei quali la mitica musica di Don Drummond, Fatty Buster e di tanti altri maestri viene assoggettata e mescolata con svariate ulteriori influenze e mode musicali. Non in questo caso. La C.o.ska (Compagnia Orchestrina Ska) è composta da un gruppo di "puristi", che, magari non disdegnando gli altri generi musicali, non sono minimamente interessati a farli confluire nella propria musica. Se, questo, sia sinonimo di fedeltà o di chiusura mentale, questo lo lascio decidere a voi. Io, per quanto mi riguarda, sono stato completamente vinto da questo disco. Questi ragazzi, oltre a saperci fare con strumenti e scrittura musicale, riportano a galla la bellezza del genere stesso dello ska. Come a dire: non si può migliorare ciò che è già perfetto. Perché sognare Sabrina Ferilli bionda? Non va già bene così? Perché volere Samantha Fox con la prima di reggiseno? Potrebbe essere meglio di così? Ecco, lo ska va già bene così com'è, com'è stato immaginato e portato al successo dai grandi maestri del passato. Può essere certamente attualizzato, con suoni più moderni e levigati, ma lo spirito originario, quello no, per favore, lasciamolo intatto. Chi lo desidera è, ovviamente, liberissimo di pensarla (e di fare) diversamente, di inserire quindi note rock, o dance, nelle spire dello ska. Io, da par mio, voto per La C.o.ska. E che questi ragazzi sopravvivano a tutte le mode, senza farsi minimamente travolgere. (Andrea Rossi)