recensioni dischi
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DELTAHEAD  "Deltahead"
   (2006 )

Cosa succederebbe se si trapiantasse il Delta-blues d’anteguerra nella Svezia XXI sec. degli Hives? Avremmo gli accordi di Robert Johnson, i versi sboccati di Charlie Patton e la bottleneck ed il washboard di Bukka White/Washboard Sam presi per sommi capi e tirati fino a sbrindellarli del tutto, ovvero i Deltahead, ovvero riff giocati sulle corde basse, presi a calci nei bassifondi dell’anima, lì dove nessuno ti può vedere e chiamare la polizia. Un simpatico mostro a due teste col cuore che batte per il delta blues: David Tallroth suona un’elettrica slide guitar mentre Benjamin Quigley suona il contrabbasso. Entrambi indossano il vestito della Domenica, cantano e sono dotati di un’enorme grancassa per battere il tempo. In mezzo a loro tengono poi un paio di grossi speaker per grammofono da dove filtra il suono, comprese sporadiche interferenze radio e vecchie musichette. Lo stomp del singolo 'My Mama Was Too Lazy To Pray' mette subito in luce la natura spettacolare e coinvolgente dei contenuti che giocano su un terreno waitsiano, e nonostante l'equipaggiamento a disposizione sembra mescolare Devo e Trash Metal. Pittoreschi, irresistibili, i Deltahead sono protagonisti di un Freak-Show Blues degno erede del maestro Bob Log III. E proprio i seguaci dell’appena menzionato, per primi dovrebbero appuntarsi il nome e apprestarsi ad accoglierli in famiglia.