JOHN LENNON & YOKO ONO "Unfinished music no.3: Wedding album"
(1969 )
(terza puntata) “Papà”. “Ma non eri scappato via?”. “No, ti ho dato un’ultima chance. E questo disco, invece? Dai, qui ci saranno delle canzoni, o no?”. “Ehm… Ascoltalo... Anzi no, meglio che te lo racconti io. Allora: devi capire che ci sono delle teorie psicanalitiche che raccontano di come urlare sia uno sfogo liberatorio, qualcosa di primordiale, che ti faccia bene. Certo, non che tu ora inizi a urlare dicendo che è psicanalisi, altrimenti ti tolgo la playstation, però c’erano queste idee. E il lato A è fatto di loro due che, per 20 minuti, urlano i loro nomi, con tonalità diverse, mentre sotto si sente il battito dei loro cuori. Dai, carino, no? JOOOOHN YOKOOOOOO, così per tutto il tempo”. (faccia del bimbo moooolto schifata) “E dopo?”. “Ehm.. Loro si sposarono, ma non fecero una luna di miele. Decisero di salvare il mondo, si infilarono in un letto e iniziarono a parlare di pace. I giornalisti gli diedero corda, e qui ci sono estratti di quei giorni. Ma devi capire il significato simbolico: lui era finalmente felice, aveva sposato la sua Yoko, tanto che nel retro della copertina, come vedi, c’è anche una foto della torta nuziale, e il certificato di matrimonio. Un modo per rendere i fans partecipi della loro gioia”. “Papà?”. “Dimmi”. “Ma tu questa roba qui l’hai mai ascoltata?”. “Una volta, perché insomma, volevo capire di cosa si trattasse. Ci sono dei cultori, che esaltano la voglia di sperimentare, di rompere le regole, insomma, ‘ste fregnacce qui. Io penso soltanto che quel giorno, se Lennon non fosse andato a quella mostra, il mondo sarebbe stato migliore. OK, i Beatles si sarebbero sciolti in ogni modo, però… Questa è schifezza, anche se a dirlo poi si fa la parte di quelli che non capiscono l’arte. Ma tu, della Corazzata Potemkin, ricordi più il montaggio analogico o Fantozzi che la definisce una cagata pazzesca? Ecco, la stessa cosa. Non vorrei però che qualcuno mi mettesse in ginocchio sui ceci. O, peggio, come successo a lui, mi costringesse a reincidere il disco. Perché io a letto con Yoko Ono per una settimana, proprio, non ci voglio stare”. “Papà?”. “Sì?”. “Chiamo il Telefono Azzurro. Mi spaventi”. “No… fermati… dai, poi ha fatto Imagine… Dai, torna qui, ha fatto anche la canzone di Natale che ti piace tanto… Fermati, dai!”. (fine) (Enrico Faggiano)