recensioni dischi
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SAMANTHA FOX  "Touch me"
   (1986 )

Cantare a pieni polmoni. Fortuna che la circonferenza toracica non faccia giurisprudenza, altrimenti nessuno avrebbe offerto un contratto a Giorgia. Ma a volte serve. Specie quando è esplosa Madonna, se ne cerca un'alternativa europea, e si trova una britannica alta "due mele o poco più" ma tanta, sicuramente tanta. Aficionada delle terze pagine dei tabloid inglesi, quelli in cui i topless la fanno da padrona, alla Sammy qualcuno pensò di mettere un microfono in mano, e di farla cantare. Se va, bene, altrimenti, c'è sempre un qualche artificio da studio per alzarle la voce. Il gioco è fatto, e - scusate il bruttissimo calembour lessicale - ecco Samantha Fox sulla tetta del mondo. "Touch me", con i suoi orpelli orgasmici, e il suo video dove lei veste di tre taglie inferiori, tanto per far esplodere ulteriormente quanto c'era, diventa un hit mondiale, trascinando un album confezionato a puntino, con "Do ya do ya" a far da rocchettaro secondo singolo, e "Hold on tight" in seguito. Senza particolare spessore musicale, ma la tetta basta e avanza, mai come in questo caso. Sarebbero usciti film porno con fanciulle che ne copiavano il nome, un "Samantha Fox Strip Poker" a far diventare pazzi i ragazzini che, con il Commodore d'ordinanza, cercavano di spogliare la cantante con la grafica che il software dell'epoca permetteva. Roba che poteva capitare solo negli anni '80. (Enrico Faggiano)