recensioni dischi
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PAOLO CAPODACQUA  "Bianchi rossi gialli neri"
   (2001 )

Paolo Capodacqua, laureato al D.A.M.S. (Discipline delle Arti, Musica, Spettacolo; Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna), è autore di musiche per il Teatro e traduttore-interprete delle canzoni di Georges Brassens. Ha collaborato con Davide Riondino e collabora stabilmente con Claudio Lolli. Numerose le sinergie con poeti e scrittori (tra tutti: Gianni D'Elia, Angelo Ferracuti, Jarmila Ockajovà, Stefano Tassinari). Ha al proprio attivo centinaia di concerti in molte città italiane. Ha musicato le poesie e le filastrocche di Gianni Rodari, raccogliendole nello spettacolo "La torta in cielo". Dal 1992 scrive canzoni per bambini, con l'intenzione di dare dignità ad un genere finora ritenuto di evasione e 'bamboleggiante'. Per questo suo impegno è stato oggetto di studio e di interesse, oltre che per recensori e critici, anche per tesi di laurea universitarie, ricevendo nel 1998 un riconoscimento ufficiale dal Consiglio Comunale di Lesina (FG) per "l'importanza pedagogica e l'alto valore culturale" delle sue composizioni per bambini. Nella doppia veste di autore per bambini e di chitarrista-collaboratore di Claudio Lolli tiene concerti in tutta Italia, affiancando a questo aspetto della sua attività anche quella di cantautore, testimoniata dalla sua presenza, (con due brani da lui scritti e cantati) nel disco di Claudio Lolli "Viaggio in Italia". Nel 1999 ha pure musicato il film di Chaplin "Il Pellegrino", trasformandolo nel recital filmico-musicale "La Cantata delle bugie con le ali". E quindi, dopo due lavori per bambini ("La Torta in cielo", con i testi di Rodari, e "L'arca di Noè), Paolo Capodacqua pubblica ora questo CD 'sui' bambini. Nove canzoni, nove storie di bambini e di adulti-bambini raccontati nella maniera delicata e divertente di chi prova a guardare il mondo proprio dal punto di vista dei bambini. E non si tratta di bambini "speciali"; non si tratta di piccoli eroi da libro cuore o da intruppamento balilla. I bambini di BIANCHI ROSSI GIALLI NERI somigliano più all'"Inventore di sogni" di Ian Mc Ewan che alle mostruosità aliene dei "bravissimi" di Mike Buongiorno. In queste canzoni ci sono bambini meravigliosamente "normali": sono i nostri figli con le loro quotidiane stupefacenti rivelazioni. Sono bambini che raccontano di avere due maestre, una a righe e l'altra a quadretti; sono bambine rom, sono bambini che danno da mangiare ai piccioni e sono multati dal vigile e vendicati dagli stessi piccioni. Ma ci sono anche figli di guerre ed esodi lontani, bambine che hanno smesso troppo presto di volare, costrette dall'odio a camminare con i piedi per terra verso un futuro ignoto. E poi ci sono adulti-bambini come il comandante Buonaventura, conquistatore pentito riconvertito all'amore improbabile con una pesciolina. Sono bambini che, pur non conoscendo il significato di parole come "tolleranza" e "multirazziale", disegnano sui loro fogli facce di tutti i colori, in un mondo a quadretti che la diversità e l'insieme dei cromatismi rendono curioso, ricco, affascinante come l'effetto policromo delle matite colorate, come l'arcobaleno… Agli adulti che vogliono capire e che non si accontentano di guardare i poveri bambini usati televisivamente come zimbelli per far divertire il pubblico di "Zitti tutti", queste canzoni possono servire per entrare nell'universo dell'infanzia con disponibilità e rispetto. Anche perché in questo disco i bambini finalmente si ribellano e lo fanno con le loro armi. Anzi con le loro mani, o meglio con le dita… nel naso naturalmente.