DIRTY TALONS "Deep dive"
(2025 )
Rafforziamo insieme una convinzione: ossia che la musica, se è scritta con l’anima e trasmette empatia, lo si avverte all’istante, senza suscitare dubbi o scie di perplessità.
Accidenti quanto tutto questo è riscontrabile nel nuovo disco dei Dirty Talons “Deep Dive”! Una dozzina di saette punk’n’roll di prima scelta, mai fuori stagione e sempre col preciso intento di sorprendere.
Suoni calibrati a puntino, linee di basso eccellenti e un drumming formidabile fanno in modo di far shakerare testa e glutei con fluidificante giocosità e freschezza per oltre 40 minuti. Il sudore cola di brutto in pezzi come “Under your spell”, “Buck-Passer”, “Swansea” o “Thank you for nothing”: ecco, appunto, ribadendo a chiare linee “grazie di niente”. E certo! Loro si stan guadagnando (da soli…) un posto al sole con un mazzo notevole d’impegno ed idee esaltanti nonché rinfrescanti, altro che noccioline e pistacchi...
Già le prime belle avvisaglie si erano riscontrate un paio d’anni fa nell’omonimo debutto, ed oggi i ragazzi non hanno fatto altro che raccogliere, con acume notevole, l’evoluzione dei loro spartiti gagliardi e fruttiferi, come i buoni postali che li vincoli per anni ma hai la garanzia che, quando hai voglia di attingere, sono lì, fedeli e per di più aumentati di valore. Vedremo se non sarà così.
Piglio e grinta quando serve, ma anche radure più attenuate di parimenti bellezza come “Claiming Space” e “Family Tree” tengono accesa la lampadina dell’attenzione al grido di un “eureka!” Pitagorico. Il tutto, sempre fraseggiato dall’impertinente vocina radiosa della vocalist Jess Howells, pronta e vigile a rimanere sul pezzo anche nell’hard’n’roll finale di “Stellar life”.
Esplosivi all’occorrenza ed equilibrati quanto basta, segnatevi sui post-it il nome dei Dirty Talons, appiccicateli dappertutto e diffondete il (loro) verbo, please! (Max Casali)