LDV "Confessions"
(2025 )
Suonare dal vivo per 40 anni, e decidere solo dopo di incidere un album d'esordio. Ma quanto è punk questo! “Confessions” è il disco che ci fa scoprire per la prima volta nelle cuffie una band attiva dal vivo fin dal 1980, gli LDV, sigla che sta per La Dolce Vita. È un viaggio nel passato e presente del gruppo, e si sentono tutte le influenze dell'epoca in cui si sono formati.
Il sound punk è chiaramente ispirato alla new wave che nei primi anni Ottanta ha indirizzato i gruppi punk ad... ammettere i tastieristi nelle loro formazioni, creando quella firma sonora che ha segnato un'epoca. Fin dalla titletrack che apre l'album, si sente un approccio simile a quello dei Devo. Le cose restano invariate con “Time Stand Stills” e “Ambition”, ma con “Shadows” si verifica una virata atmosferica.
“Brighter at Night” è particolarmente orecchiabile, si presenta come brano di punta della band. Poi con “Lost” la band inizia a sperimentare con arpeggi di chitarra e accordi più sospesi, per poi prorompere in un assolo divertito. Col suo ritmo di sedicesimi di charlie, “Too Many Voices” compie quell'operazione che la new wave fece avvicinandosi ai ritmi disco, che poi divenne la firma di molte band indie a venire. Il basso con i suoi salti di ottava conferma questa direzione, scurita dalle tastiere à la The Cure.
Ed ecco il topoi della ragazza aliena: “Girl from Another World” accelera i BPM per un brano avvincente, dove la tastiera chiude il brano con un suono synth spesso legato alle tematiche extraterrestri (parola di tastierista). “Not Ready” si muove su un rock dritto, per poi come novelli Police introdurre un ponte reggae. “Artificial” è un pezzo quasi del tutto strumentale, che mostra ancora le coordinate consuete, così come la rapida “Sacrifice”, condita da un ritornello corale. Come “Artificial”, anche “Your Eyes” è un quasi strumentale. La voce compare solo alla fine, solo per cantare quattro parole.
È evidente che l'attenzione degli LDV è tutta rivolta alle sonorità, a riportare esattamente quello stile musicale, restituendoci una dimensione che fa venire voglia di partecipare ai loro concerti, che devono essere carichi di energia. (Gilberto Ongaro)