recensioni dischi
   torna all'elenco


LUCIANO CHESSA & CLAUDIO SANNA  "Lands end"
   (2025 )

Il compositore e artista interdisciplinare Luciano Chessa e il pianista Claudio Sanna si incontrano per creare una musica liminale, ispirata alle avanguardie e in particolare al futurismo (ovviamente rivisitato, scevro dalle macchie dell'epoca smargiassa in cui è nato), che ci trasporta in un non luogo metafisico. Uscito per CD Col Legno, “Lands End” è un viaggio sonoro immersivo e suggestivo.

La titletrack apre l'album, e da subito ci fa capire la direzione, con la prima cosa che si sente: una dissonanza di pianoforte, accompagnata da un battito costante che si smorza, ripartendo solo quando il pianista esegue un'altra dissonanza. “Louganis” si ispira probabilmente all'omonimo tuffatore statunitense. Infatti, note di pianoforte gravi vengono immerse in un mare bianco. Bianco nel senso che il mare è formato da rumori bianchi, un mare noise. Anche i suoni di pianoforte vengono elaborati, “gonfiati” come sembrassero dei palloncini, come se li sentissimo sott'acqua. Sono 16 minuti di un mare sconosciuto e dalla consistenza deformata.

La scelta di dedicare un brano a Louganis può essere motivata dal suo essere omosessuale dichiarato. Difatti, segue una suite costituita da brevi brani uniti insieme: “Tomboy Suite”. L'interesse per il compositore si indirizza verso la rappresentazione della diversità, dunque questa terra di confine liminale è metafora di un confine interiore, e del conflitto che ne scaturisce. Come nella titletrack, Sanna esegue delle sequenze di note ai tasti bianchi e neri, che evitano le scale consuete, entrando nell'atonalità, intervallata da più familiari bicordi di quinta, o accordi diminuiti, come nel finale della suite “Wasteland”. I titoli delle parti della suite indugiano sulla devianza, come “The Twisted Ones”, “The Killing of Sister George”, “Cunt Coloring Book” (!!!), “Odd Girl Out”.

“Wordsworth's Daffodils” ricorda il poeta anarchico e ateo William Wordsworth, quindi un'altra figura anticonvenzionale che diventa ispirazione per note di pianoforte altrettanto anarchiche, inseguite da campanellini e cimbali sfrigolanti. Dopo una lunga fase statica su note gravi, la seconda parte segue dei percorsi quasi ravelliani.

La passione per il futurismo si esplica in “Inkless Imagination III, for Fedele Azari”. Fedele Azari è stato un pittore e aviatore italiano. Tra note e colori, l'artista novecentesco è considerato tra i pionieri dell'aeropittura. Per Chessa e Sanna, questo si traduce in una successione di ronzii che ricordano un biplano in lontananza, o anche una superficie rotante (come quelle di Pascal Battus, https://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=9135), accompagnate in certi punti dal pianoforte, che però stavolta ricopre un ruolo secondario. Torna in primo piano all'inizio di “His Raging”, dove Sanna ci concede una costruzione armonica, anche se al limite del marziale, in attesa che Chessa riapra il cantiere rumoristico che lo sommergerà.

Chiude l'album una seconda suite, “Green Sea”. Questo surreale mare verde pianistico è formato, come la precedente suite, da brani brevi che questa volta portano aggettivi come titoli, che descrivono le qualità dei pezzi: “Lento, luminoso”, “Capriccioso”, “Carezzevole”, “Petroso”, “Aereo”, “Vivace assai”, “In pace”. Il primo lento è del tutto dissonante, mentre il “Capriccioso” gioca allegramente con un accordo maggiore con settima minore e una scala lidia, per 39 secondi, lasciando poi spazio alle carezze del terzo momento, di stampo satiesco.

“Petroso” insiste febbrilmente su degli intervalli non comodi, mentre “Aereo” sono 51 secondi di quasi-silenzio. “Vivace assai” è in pratica un prestissimo agitato da queste onde verdi, tra cadute cromatiche e tuoni di pianoforte, che portano al finale “In pace”, che recupera completamente l'armonia tonale, tra accordi di maj7, progressioni chopiniane e un incedere quasi jazz.

Una musica dai contorni sfumati, tra avanguardia anarchica e meditazione spirituale. (Gilberto Ongaro)