DEJAN "Of(f) the soul"
(2025 )
In Of(f) the Soul, il nuovo progetto in studio di Dejan, gruppo formato dalla cantante svizzero-argentina Joana Elena Obieta, dal bassista ucraino-azero Han Beyli, dal batterista cubano Keisel Jimenez, dal percussionista giapponese Kan Yanabe e dal pianista e compositore cubano Anibal Cruz, direttore musicale del tutto, suoni e ritmi legati al folklore centroamericano e sudamericano si coniugano a ricerche musicali più vicine al mondo dell’elettronica e della sperimentazione contemporanea, con il risultato di dar vita a un’impalcatura fragilmente affascinante.
In Of(f) the Soul nulla è prevedibile né già sentito. Il mood latinoamericano di alcune soluzioni melodiche e ritmiche si intreccia con arrangiamenti e con trattamenti degli strumenti e della voce molto vicine al mondo della tradizione folk e global contemporanea. Esempi come la traccia che dà il titolo al disco, e che lo apre con ostinazione e con grinta, come “Fever”, gioconda nel suo incedere appassionato, o “Nana de Lia”, perfetta sintesi tra tradizione e innovazione con venature del passato che si intersecano con quelle del presente e del futuro, sono solo alcuni dei migliori momenti del disco, un’opera coesa e centrata pur nella sua dinamicità e versatilità.
È facile bollare alcuni di questi momenti come puro revanscismo folklorico latino per divertire e intrattenere l’ascoltatore. Così, infatti, non è. Ogni singolo brano si mette in discussione e mette in discussione i generi che esplora, rivoltandoli e ridipingendoli come in un grande restauro storico e musicologico. “Cuarto de Tula”, nella progressione di accordi e di intrecci di strumenti che inanella, si staglia come una profonda disamina di quanto la musica tradizionale latinoamericana, con la sua potenza e il senso di libertà che emana, riesca ad amalgamarsi con soluzioni sonore e ritmiche contemporanea e a tratti quasi avanguardistiche, così come il mondo dell’elettronica e quello dello psych-rock si incontrano in una strana unione dei sensi nella fascinosa “Berserker” e nella martellante “El Río”.
Per tutti questi motivi Of(f) the Soul è un tentativo coraggioso e ambizioso decisamente riuscito. L’efficacia del progetto è merito soprattutto del quintetto, del loro affiatamento e del talento compositivo, così brillante e vivido, della sua guida musicale e, in un certo senso, spirituale. Niente mai si sfilaccia nè sembra procedere in una direzione poco chiara: ogni elemento, nel suo procedere centrifugo verso soluzioni e costruzioni mai banali, riesce a spiegarsi e a incastrarsi con coerenza e maestria. (Samuele Conficoni)