DI NOI STESSI E ALTRI MONDI "Tutto lascia traccia"
(2025 )
Non brillano per prolificità, visto che in dieci anni di militanza hanno realizzato appena 2 albums (“Equorea” e questo “Tutto lascia traccia”), ma riflettono di luce propria con un sound tra alt-rock e spoken intrecciato in buone soluzioni.
Chi corrisponde a tal premessa? Il quartetto lombardo dei Di Noi Stessi e Altri Mondi il quale, nonostante una scelta del nome non propriamente immediata, a noi basta badare al sodo delle ottime 8 tracce che ci vengono elargite in un album dai risvolti ampiamente riflessivi sul tempo che scorre veloce, lasciando impronte non solo sulla psiche ma anche sulla cute, come una fascinosa ruga d’esperienza.
Tra chitarre riff-anti e melodia narrata, si snodano l’inaugurante “Un mondo che brucia” e il drama-single “Tutto lascia traccia”, pregno di parole dolenti dall’intento verace, mentre nel “Lungo inverno” (presente anche in versione “solo piano”) cadono fiocchi di struggente malinconia strumentale.
E, quando i ragazzi riprendono lo spoken-word con “Aerei di carta” e “Il giorno dopo”, l’aere è griffata con bei trillati sognanti e chitarre lievemente graffiate. Invece, in “Ultima chiamata” s’afferra una mista sensazione tra romanticismo e decadenza, che pervade nelle profondità emozionali.
La sorpresa finale la incartano verso “Quel viaggiatore” che ode, in itinere, la carezza di una tromba eterea senza che ci sia bisogno di spiccicar parola per dipingere scenari sospensivi.
In fin dei conti, si realizza che il collettivo meneghino dei DNSEAM sfrutta tutto il suo potenziale per definire la loro cifra identitaria, senza eccessi esecutivi ma con il chiaro intento e la netta convinzione che, per farsi apprezzare, bastano pochi ingredienti ma dosati diligentemente. Quindi, alla seconda prova (notoriamente per tutti gli artisti la più difficile…) han risposto con prontezza: “presente!”. Bentornati. (Max Casali)