recensioni dischi
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THE KLINGT.COLLECTIVE  "Variable densities"
   (2025 )

Avevamo incontrato Susanna Gartmayer al clarinetto basso due anni fa, in un esperimento di free jazz d'avanguardia (https://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=10305), e ora la incontriamo all'interno di un altro progetto: The Klingt.Collective, formato da nove artisti. Uscito per Interstellar Records, “Variable Densities” è costituito da due tracce: la titletrack, e “Dense Variations”.

Vi copio i credits, così vi fate un'idea da soli: accanto a Gartmayer ci sono Martin Brandlmayr alle percussioni, Angélica Castelló a “recorders and tapes”, dieb13 alla consolle (“turntables”), Klaus Filip al ppooll, Noid al violoncello, Billy Roisz a “electronics & bass”, più Martin Siewert e Oliver Stotz entrambi a “guitars & electronics”. Potete già intuire il potenziale sperimentale di una siffatta formazione. Ma cos'è il ppooll?

Il ppooll è un processore di segnale digitale, disponibile in modalità open source, che contiene una cinquantina di moduli di sintesi per loop e altro. Infatti, lungo le due tracce (lunghe 21 e 24 minuti) si sentono spesso questi rumori bianchi che ricordano le esperienze con il Kaoss Pad. Il caos creativo è costante, sia nelle fasi più forti di volume, che nelle presenze solitarie nel vuoto, dall'andamento anarchico, anche quando nel secondo brano il violoncello sembra avere la meglio. Anch'esso viene elaborato e distorto.

Un'esperienza sonora che sa di laboratorio scientifico, come spesso accade nei collettivi sperimentali. Una freddezza programmatica che permette di scandagliare ogni evento sonico scevro da interpretazioni emozionali, attivando la fantasia mentale e corporea. (Gilberto Ongaro)