GIULIO CAMPAGNOLO & THE JAZZ FUNKERS "C'mon!"
(2025 )
Un “Groove Giallo” apre questo divertente disco dell'organista Giulio Campagnolo, accompagnato da The Jazz Funkers. Uscito per IRMA Records, “C'mon!” è un chiaro omaggio al jazz anni Sessanta, e se non si fosse capito abbastanza, sulla copertina compare anche una Lambretta, icona del boom italiano.
L'organo Hammond di Campagnolo è il protagonista assoluto di questo lavoro, carico dei suoi virtuosismi che ricordano un po' le scelte di Thelonious Monk al pianoforte, e un po' invece Jon Lord, se invece dell'hard rock fosse stato più attivo nel jazz puro. Non sono da meno i tre fiati dei Jazz Funkers, cioè Piero Bittolo Bon a sax contralto e flauto, Michele Polga al sax tenore e Federico Pierantoni al trombone, così come la ritmica sfrenata nello swing alla batteria di Adam Pache.
Le ritmiche dei fiati sono un invito irresistibile al ballo, non riesco a scrivere neanche queste parole senza muovermi. Ci ho condito un'insalata a tempo, come nelle migliori sit-com. Il rhythm and blues di brani come quello del formaggio di montagna (davvero, si chiama “Mountain Cheese”) sono stracoinvolgenti, difficile descriverlo in maniera fredda e tecnica. Dev'essere la magia dell'analogico, che fa pensare alle migliori feste in bianco e nero di un film a caso di Fellini.
Soddisfa l'orecchio l'unisono tra flauto e trombone in “5.58 A.M.”: i due strumenti uniscono i loro timbri creando un terzo suono davvero piacevole. Tutti i brani sono tendenzialmente veloci, ad eccezione del pezzo conclusivo: “St. Francis Bridge”, dove una melodia da ninna nanna ci congeda, con la morbidezza delle spazzole alla batteria. Nonostante la lentezza programmatica, Campagnolo si concede lo stesso un assolo con note vivaci.
“C'mon!” è energia senza tempo. O meglio, temporalmente localizzato negli anni '60, ma questo stile si può ascoltare in ogni epoca, e non perde freschezza. (Gilberto Ongaro)