EUGENIO BALZANI "La grammatica del vivere"
(2025 )
In un’era affogata nella digitalizzazione globale, in quanti possono ancora vantare l’orgoglio (e la volontà) di assemblare un disco completamente suonato da strumenti veri e scevro da diavolerie artificiali?
Direi pochi e, dal momento che si riscontrano queste rarità, è bene approfittarne per tornare a gustare l’estro creativo di una scrittura cantautorale finissima come quella che dimostra il cesenate Eugenio Balzani nella quinta prova lunga “La grammatica del vivere”, edito dalla RNC music.
Stiamo parlando di un gusto scritturale che il Nostro paragona al salire su una giostra dilettevole: e non afferma cose sbagliate.
Il giro di circa 40 minuti prende vita dalla sussurante titletrack, nella quale allignano sensazioni evasive, mentre il singolo “Il livido sul cuore” sfodera un saltellante mambo-pop di tutto rispetto, similarmente a “Bandiera rotta”, la quale evoca strati narrativi sulla scia di Daniele Silvestri.
D’altronde, si intuisce come Eugenio sia cresciuto a pane e cantautori storici, e come cerchi di ispirarsi col massimo impegno compositivo, come si evince nelle validissime “Non cambia niente”, “Selfie”, “Quale uomo” e “Sballad”.
Invece, “L’attesa in Romagna” ve la segnalo volentieri per il suo leggero swing-pop a presa rapida. Si scende poi dalla giostra poggiando i piedi sulla melanconica quanto espressiva “Ginobalena”.
Insomma, per “La grammatica del vivere” vale l’impegno di pagare il prezzo del biglietto? Beh, quando il giostraio comprova di tenere aperto il suo “baraccone” cantautorale dagli anni Novanta c’è da fidarsi ciecamente, con la certezza che la gente gli scroscerà l’ennesimo applauso. (Max Casali)