BBDS "Backup Before Destroying the Society"
(2025 )
“The Book” è il progetto di un'enciclopedia illustrata, nato partendo da una domanda: se la società collassasse definitivamente, non avremmo bisogno di un manuale per ricostruirla da zero? Ecco che allora sono state raccolte le conoscenze base di tutto lo scibile umano. Da un pensiero simile nasce il progetto musicale del bassista e produttore Arlo Bigazzi, chiamato BBDS, cioè Backup Before Destroying the Society.
Il progetto raggruppa musicisti che gravitano attorno all'etichetta di Bigazzi, Materiali Sonori: troviamo il trombettista fiorentino Cosimo Boni, che già abbiamo conosciuto tra queste pagine (https://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=10510), il batterista Marzio Del Testa e il chitarrista Ulrich Sandner. Assieme a Bigazzi al basso e alle programmazioni, danno vita a una trip hop sui generis, che si fonda sulle tipiche ritmiche downtempo di Massive Attack e Portishead, aggiungendoci il tocco jazz della tromba di Boni e i suoni sperimentali alle chitarre di Sandner.
Ne risultano brani strumentali ibridi, che mescolano influenze post-rock e afrobeat, che rappresentano la possibile ricchezza musicale che i diversi popoli possono portare, fondendo le loro esperienze distanti, da cui derivano stili differenti. Tutto questo può essere considerato un “backup”, un salvare la biodiversità musicale registrandola e pubblicandola, giusto in tempo prima del collasso definitivo nel tecno-feudalesimo.
In mezzo ai brani strumentali ce ne sono due con lo spoken word del cantautore Frank Bramato, che in “Manifesto (centinaia di parole)” dichiara la propria morte metafisica, come rifiuto definitivo verso il sistema capitalistico che sembra essere l'unico possibile in Occidente, in questo momento: “La soluzione non può esistere se non evita confusione, e questo è esattamente il gioco del sovrano capitale. Il capitale non ha bandiera, partito o nazione (…) Mi dichiaro morto, al netto di ogni obiezione (…) Mi dichiaro morto e sepolto ogni volta che vado a dormire (…) lasciate che sia l'arte a seppellire l'arte (…) senza alcuna pretesa di una possibile illuminazione”.
L'altro brano recitato è “Sono io il responsabile”, proveniente da uno spettacolo teatrale e scritto da Giampiero Bigazzi, e mette al centro una riflessione sia su di sé, che sul contesto socioeconomico circostante: “Sono io il responsabile perché non prendo mai posizione, sono io il responsabile, non mi metto mai in discussione (…) chi vi arma, chi vi paga, chi vi regala l'incoscienza del delitto (…) La maleducazione logora le coscienze (…) Banche e mercati le piramidi del nostro tempo”.
E così via, come ormai 10 anni fa disse un ragazzo forse ingenuo, ma di sicuro in buona fede: “La banca è l'emblema”, ingiustamente diventato un meme su YouTube. A me invece aveva fatto molta tenerezza: stava acerbamente sviluppando un pensiero critico, che trova la sua forma matura e bene a fuoco in queste parole di Bigazzi. Se di fronte ai tecnocrati che alzano le braccia possiamo solo aspettarci il peggio, almeno mettiamoci in salvo producendo musica ancora libera... finché si potrà! (Gilberto Ongaro)