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DARK SKY BURIAL  "V.i.t.r.i.o.l."
   (2025 )

Dark Sky Burial è il progetto solista di Shane Embury, storico bassista dei Napalm Death, che il 13 dicembre 2024 ha presentato ''V.I.T.R.I.O.L.'', un album strumentale di dieci tracce che si muovono attraverso un paesaggio sonoro denso e stratificato, dove convivono ritmi dark, ambientazioni ipnotiche e pulsazioni Industrial Techno, con synth che si intrecciano a texture psichedeliche e Drone, creando un’esperienza immersiva quasi cinematografica.

In ''V.I.T.R.I.O.L.'' non mancano richiami a figure di culto come i Killing Joke, mentre alcune atmosfere più oscure e metalliche possono evocare echi di band come i Lacuna Coil, aggiungendo un sottile richiamo alla sensibilità gothic e doom.

Interessante la scelta del nome dell’album: ''V.I.T.R.I.O.L.'', acronimo che deriva dal latino ''Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem'', che si traduce in "Visita l'interno della Terra, e rettificando troverai la pietra nascosta", concetto strettamente legato alla tradizione alchemica e che simboleggia un processo di auto-scoperta e purificazione.

Lo si può definire un concept album, in cui le tracce seguono il percorso di un viaggio interiore in cui l’individuo, confrontandosi con sé stesso e attraversando un processo di purificazione, giunge a una comprensione più profonda.

Il cammino di Embury culminerà nella scoperta di una simbolica "pietra filosofale", emblema di realizzazione e saggezza? Sicuramente l’album, che si apre con le atmosfere noir di “Decay Is The Matrix” (brano industrial arricchito da suggestivi effetti di sassofono che amplificano la sua aura cupa e avvolgente), è in linea con il tema di alchimia e trasformazione simbolica nel quale Embury si muove tra sperimentazione e introspezione, in un viaggio nelle profondità del suono che dimostra ancora una volta la sua versatilità e inquieta creatività.

"Vincit Qui Se Vincit", che si traduce come “vince chi resiste”, è a mio avviso uno dei brani più affascinanti dell’album. Un viaggio tra elettronica oscura e suggestioni cinematiche, costruito su droni profondi, synth eterei e pulsazioni ritmiche avvolgenti, arricchiti da voci evocative, che ricordano vagamente un canto gregoriano, e che ne accentuano l’atmosfera misteriosa e ipnotica.

L'album si conclude con "The Vertical Labyrinth", un brano che si distingue per la sua intensità ipnotica, con atmosfere noise che evocano paesaggi lunari e surreali, immersi in un abisso sonoro profondo e avvolgente.

Non sapremo mai se Embury sia riuscito a trovare la pietra filosofale, ma una cosa è certa: con questo album è riuscito a rivelare la sua essenza più profonda, mostrando chiaramente la sua evoluzione artistica. Un album che conquisterà chi ama la musica elettronica più oscura, senza rinunciare a un senso di narrazione sonora evocativa e profonda. (Tatiana Lucarini)