STEVE HACKETT "Live magic at Trading Boundaries"
(2025 )
In quanti modi si può declinare il termine "virtuoso"?
Uno di questi è senz'altro Steve Hackett, anima chitarristica dei tempi d'oro dei Genesis, tornato con l'ennesimo album live - 19 brani in uno storico locale dove il geniale maestro delle corde ama esibirsi da tempo - a illuminare una carriera di gruppo e poi solista consacrata all'altare del progressive d'autore ma con solide radici in quella musica senza tempo e senza spazio che possiamo solo definire Musica con la M maiuscola, magari con l'aggiunta di un aggettivo, "classica", che farà storcere il naso a qualcuno, ma in sostanza ci siamo capiti: è sinonimo di qualità suprema e indiscutibile, alto artigianato, competenza e capacità di coinvolgimento, tutte cose che le major, i talent e i successi improvvisati che durano il tempo di un peto non sanno neanche cosa siano o cosa vogliono dire.
Steve invece lo sa bene, anzi lo incarna e in barba al tempo che passa ci dà una lezione incommensurabile di stile, di misura, di eccellenza in una parola che è merce rara se non unica.
In ''Live Magic At Trading Boundaries'' non c'è il brano che contiene uno degli assoli più romantici della storia, "Firth Of Fifth", terzo brano dell'album ''Selling England By The Pound'', ma lo potete trovare in altri album live del nostro virtuoso pieno di virtù che invecchia bene, come un buon vino barricato che si rispetti.
Però la raccolta include classici dei Genesis come “Horizons” e “Blood On The Rooftops”, oltre a materiale classico (su tutti la "Gnossienne n.1" da Eric Satie) e solista come “Black Light”, “Jacuzzi”, “The Journey” e molto altro. La formazione comprende altrettanti virtuosi come John Hackett, Roger King, Amanda Lehmann e Rob Townsend.
Voto 9/10 e un plauso per la garanzia di rilassamento ed esaltazione sensoriale che regala, mai come ora necessaria con i rumori sanremesi alle porte. (Lorenzo Morandotti)