recensioni dischi
   torna all'elenco


VIDI AQUAM  "Lights and shadows"
   (2024 )

I Vidi Aquam hanno fatto 13 con l’ultimo “Lights and shadows”. 13, esattamente come le pubblicazioni dello storica band darkwave, se consideriamo Lp, Ep e live della ditta.

Fedeli alla linea (così scriverebbe un Giovanni Lindo Ferretti se solo avesse calcato qualche buio locale, tanto affine ai nostri), i Vidi Aquam non spostano di una virgola il loro modo di concepire la musica, piuttosto l’hanno aggiornata, creando suggestioni sempre più in linea con i tempi.

E i tempi che stiamo vivendo non brillano certo per ottimismo e spensieratezza; su questi presupposti la musica avvolta nell’oscurità dei VA si sposa benissimo con un’attualità non facilmente digeribile. Qui Nikita (voce, synth, testi, programming) e Daniele Viola (chitarra, programming, voce) ci portano all’interno di tematiche tanto profonde, quanto non scontate. Ecologia, nucleare, isolamento post lockdown, o più personali come il tema dell’Alzheimer, ma anche un pensiero più lieve mentre ci si rivolge alla luna (“Like a god from above”) sono solo alcune delle tematiche di “Lights and shadows”.

Apre “Ghost dance” una ballad dominata da voce e chitarra, quasi ad iniziare in punta di piedi il lavoro, mentre con la successiva “The world slowing down” il clima diventa decisamente più opprimente.

L’elettronica di The last man on earth” non fa prigionieri, così come quella chitarra tanto ipnotica di “There is no more time”, per un pezzo capace di trasformarsi in epica pura, sotto un muro di sintetizzatori.

Suggestiva è la voce in lontananza di “Die sunde”, mentre la traccia che titola il lavoro (posta a conclusione del progetto) è una delle migliori, capace di coniugare clima oppressivo a momenti melodici in cui il duo dimostra di muoversi alla perfezione.

Quando le bugie di un bagliore irreale tendono a fare capolino dentro le nostre vite, abbiamo sempre la certezza di poterci rifugiare nel dark dei Vidi Aquam. (Gianmario Mattacheo)