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BEATRICE ANTOLINI  "Iperborea"
   (2024 )

Ecco una recensione difficile, difficile… Che mette alla prova la mia integrità di recensore, la mia dignità, la mia buona fede. Aah che dramma, aah che tentazione. Trionfo e rovina sono ad un passo da me, intimità e pubblico, professionalità o elogio plateale di ciò che piace?

Ma un passo alla volta, procediamo. Ogni riferimento a traccia quattro del nuovo disco di Beatrice Antolini ("Trionfo e rovina", appunto) è puramente casuale, e nessun recensore è stato maltrattato durante l’ascolto di questo disco... che mi piace da matti!

Del resto, come può non piacere un disco come questo, tutto suonato (dal vero, non da computer), scritto e prodotto da una delle nostre più talentuose e camaleontiche artiste? Beatrice Antolini, maceratese ma bolognese di adozione, che nel corso di questi anni ha collaborato con una serie infinita di grandi artisti, mettendo a loro disposizione la propria esperienza di polistrumentista e di scrittura. Se andate a cercare i video live di Vasco del 2018 e 2019 la troverete sul palco in tutti i suoi live.

E poi collaborazioni con gli Afterhours, collaborazioni con i Baustelle. Se andate a vedere qualche video di Sanremo 2020 la troverete a dirigere l’orchestra per Achille Lauro. Insomma, una brava e che ci sa fare, magari poco conosciuta dal popolo dei Very Normal People, ma nota ad un pubblico attento e con la capacità di capire dove sta il vero talento.

Ecco, ho perso la direzione, sono di parte. Rifaccio... Ahahahahaha... No dai, vi consiglio di prendere il disco e di ascoltarlo tutto d’un fiato, traccia quattro, traccia otto ("Pernsiero laterale") a volume altissimo, la psichedelia, la ripetitività dei suoni delle frasi vi cattureranno. Traccia nove ("Restare") delicata e gentile. I suoni, gli arrangiamenti, ascoltate il piano di ''Generazione cosmico'', il testo, l’ispirazione, la conoscenza oltre la scienza, lasciatevi trasportare. Un disco vero, registrato benissimo. (Marco Camozzi)