recensioni dischi
   torna all'elenco


VITTORIO NISTRI & FILIPPO PANICHI  "Nistri - Panichi"
   (2024 )

Quella formata da Vittorio Nistri e Filippo Panichi è una delle coppie più interessanti della musica italiana del 2024.

Tastierista, sperimentatore elettronico e compositore il primo, oltre che noto per la sua grande attività nel campo del rock sperimentale, il secondo è un chitarrista che si presta sempre più frequentemente a performance di improvvisazione radicale e sperimentazione elettroacustica, flirtando con generi diversi.

Il loro incontro ha dato vita all’album “Nistri - Panichi”, nove brani per circa cinquanta minuti di durata, in cui la musica da camera è solo un microcosmo in grado di contenere e riassumere un sound figlio di grande urgenza sperimentale, e contraddistinto da un’elettronica piuttosto difficile da riassumere con una locuzione di genere.

Si parte con “Il faro di Schrodinger”, in cui synth e piano convivono con le marimbe e con campionamenti ricercati, ma il senso di complessità appare anche maggiore in “La risacca dell’alba”, con gli archi in grande spolvero, fra note ambient allucinate e inquiete che evolvono in direzione cinematografica, e in “Maya Deren Blues”, con il contrabbasso di Silvia Bolognesi e il clarinetto di Enrico Gabrielli, le cui sensazioni sono più blueseggianti.

L’altro acuto è “Sheriff in Tiraspol”, un brano con tanta improvvisazione in grado di evocare le divisioni e le contraddizioni di una città moldava divenuta capitale della Transnistria, mentre la chiusura è affidata alla grazia e all’eleganza più classica di “Prove tecniche di solitudine”.

“Nistri - Panichi” è un lavoro con cui si tende a familiarizzare ascolto dopo ascolto, più facilmente se si è già avvezzi alla produzione dei due. Tra ricerca avanguardista, atmosfere filmiche e psichedelia, “Nistri - Panichi” è un viaggio affascinante dentro un mondo dai confini indefiniti. (Piergiuseppe Lippolis)