recensioni dischi
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MANICBURG  "Manicburg"
   (2024 )

I Manicburg sono un duo recentemente formatosi a Manhattan dall’incontro fra il compositore e performer newyorkese Ray Lustig e l’italiano Luigi Porto.

Si tratta di un progetto che intende sintetizzare le diverse esperienze artistiche passate dei due componenti, approdando verso un sound in grado di superare i confini di genere, muovendo da basi post punk e alternative rock per accogliere sfumature psichedeliche tipicamente anni Sessanta.

Il disco d’esordio omonimo, pubblicato da poco, si caratterizza per gli intrecci fra chitarre fuzz e acustiche, organo Hammond e pianoforte, oltre a voci in grado di dialogare, e comprende undici brani. Si parte da “One for You and One for Me”, un pezzo in 7/8 con una fortissima componente fuzz, e si chiude con “Daughters on Valentine’s Day”, una delle vere variazioni sul tema con un sound più tendente verso l’americana, con pulsioni folk e astrazioni shoegaze.

Nel mezzo, i Manicburg offrono una straordinaria varietà nella loro tavolozza di colori: le tracce di garage in “Silken Pavillion”, le atmosfere new wave di “All Together Now”, i picchi di acidità di “Hoover in the Sky” e “Your Baloon”, il post punk ultra-elettrico di “Rodents”.

Per tutte queste ragioni, riassumere in breve la proposta di Manicburg è una piccola impresa: ciò che conta, comunque, è la bontà di un sound articolato, ma sempre omogeneo e coerente, che manifesta una certa urgenza di ricerca e la capacità di integrare diverse pulsioni. (Piergiuseppe Lippolis)