STREA "Gold and mess"
(2024 )
Irene Ettori, in arte STREA, è un'artista del '94, giunta al suo esordio discografico con “Gold and mess”, uscito per VREC Label, etichetta sempre attenta alle proposte più adrenaliniche d'Italia. Quello di STREA è un percorso che attraversa il progressive rock con qualche occhiolino all'art pop, e mescola il sound della band con infiltrazioni elettroniche in perfetto equilibrio.
Non serve scervellarsi per dirvi le sue influenze: basta vedere le due cover scelte, e l'ospite presente. Abbiamo una “Running up that hill” di Kate Bush, asciugata in chiave piano e voce (tranne che nel finale), e “The lost song, Pt. II” degli Anathema, la parte centrale e più emozionale del trittico della band britannica, anche questa rivisitata con pianoforte e chitarra acustica. In una canzone, al basso compare nientemeno che Colin Edwins, ex Porcupine Tree!
Ma ora veniamo al succo, le canzoni originali di STREA. La voce è forte e convincente, come si sente nella titletrack di apertura, ma mai sbracata. Anzi, ci sono passaggi vocali molto piumati, leggeri e colorati da armonizzazioni angeliche. Tra le parole c'è rabbia, come in “July” e come gli “oceans of water and rage” cantati in “Ophelia” (la canzone con Edwins al basso), e nel cui video compare il ruscello con le ninfee, molto simile a quello dell'omonimo celebre dipinto di Millais... ma dove l'hanno trovato! E in “Rise”, tra arpeggi di chitarra acustica, STREA canta con lucidità: “Everyday wherever I go in every place, I know there's something wrong”.
Ma nonostante gli sfoghi narrati nelle parole, prevale sempre la scelta della luce. “Bright side” lo dichiara: “Bright side, my side”, un pezzo luminoso come il suo titolo. “Hazel” gioca con tempi ed accenti, passando da 6/8 a 4/4 più volte, come da buona scuola prog, ottenendo un effetto da racconto fiabesco, riscaldato dalla chitarra elettrica. “Stanze”, unica concessione alla lingua tricolore, racconta di una liberazione da una relazione: “Tu mi respingi per riprendermi, e giochi a un gioco che mi spinge un po' più in là (…) quindi vado via, e torno mia”.
STREA è una nuova realtà che farà tirare un sospiro di sollievo, a chi si sente a corto di novità nella scena progressive italiana. (Gilberto Ongaro)