recensioni dischi
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BUZZ' AYAZ  "Buzz' Ayaz"
   (2024 )

Con ampio sfoggio di spiccata personalità, il quartetto cipriota Buzz’ Ayaz pubblica per Glitterbeat le otto tracce mosse e sostenute di questo self-titled di debutto. Esordio consistente, solido e arrembante, si muove con scioltezza nel solco di una psichedelia energica spinta dal pulsare insistito della ritmica, pesantemente venata di accenti e suggestioni mediorientali e scossa da un’incalzante impetuosità.

Ipercinetico, mai aggressivo, vivace nella sua insistita mescolanza di stili, lambisce sonorità tuareg (“Buzzi Ayazy”, opener statuaria), sonda ben volentieri territori più vicini al comune dominio rock tout court (il ruvido abbrivio di “Arkos”, le deflagrazioni psych della conclusiva “Alu”), si concede frequenti incursioni in area prog miscelando fuzz, synth e archi (“Fysa”), indulge a scorribande figlie di culture extraeuropee (il sitar di “Zali”, l’inquieto tribalismo di “Ate Pale”), sperimenta infine avvicinandosi a trame tetre ed oscure non lontane da certo avant/noise (l’ossessiva, martellante cadenza à la OvO di “Meres”).

Largamente basato sulle dinamiche e su una concezione del canto come strumento aggiunto, “Buzz’ Ayaz” è album frenetico ed appassionato, febbrilmente caotico, esplosivo compendio di musica ibrida e cosmopolita, lavoro coraggioso in continuo, ostinato movimento. (Manuel Maverna)