recensioni dischi
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MAJDANEK WALTZ  "Lune noire"
   (2024 )

Majdanek Waltz è il nome di uno dei progetti artistici più importanti sulla scena post-industriale russa. Piuttosto essenziale nella forma, il nuovo disco firmato Majdanek Waltz si intitola “Lune Noire” e ha visto la luce a giugno, comprende otto brani mediamente brevi e si esaurisce in circa venticinque minuti.

Musicalmente, la proposta continua a collocarsi nel solco della tradizione neo folk, specialmente nelle sue declinazioni più dark, con le già citate influenze industrial, ma gran parte dell’ispirazione deriva dall’idea di surrealismo musicale, con la preziosa partecipazione di René Daumal e Evgeniy Golovin per il songwriting.

“Le premier quartier” introduce già alle atmosfere di “Lune Noire”, con il suo sound tetro e sospeso, poi “Le premier croissant” si colora già di surreale e una sottile e inquieta psichedelia. Man mano che l’ascolto prosegue, con “La nouvelle Lune” e “Le dernier croissant”, si ha modo di familiarizzare con un universo sonoro autentico, in cui la tensione rimane sempre palpabile.

“Le dernier quartier” è forse una delle esperienze più industrial del lotto, sebbene non scompaiano le tracce di dark folk, più visibili, invece, in “La Lune gibbeuse décroissante”. In chiusura, il disco regala alcuni dei suoi momenti più belli, con “La pleine Lune” e “La Lune gibbeuse croissante”.

C’è bisogno di qualche minuto per approcciarsi al mondo dipinto da Majdanek Waltz, ma le sensazioni diventano subito positive grazie al grande fascino di una proposta musicale a dir poco originale. (Piergiuseppe Lippolis)