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ADDER'S FORK  "Apparitions"
   (2024 )

Nuovo EP di Adder's Fork, il progetto one-man-band di Marko Köfler, cantante, chitarrista, bassista e tastierista austriaco. “Apparitions” ci propone la sua ricetta gothic rock, che unisce l'heavy metal a un approccio new wave. Il rimando alle sonorità anni '80 è evidente, così come anche l'immaginario narrativo. La titletrack parla di una presenza demoniaca che appare in camera, strappando le tende e sgretolando il comodino.

Chi è questa entità che proviene dall'altra parte? “The boy that I saw / with white sickly skin / a child that had never been born”. Un bambino mai nato, dalla pelle bianca e malaticcia. Questa è l'apparizione che dà il via all'EP, che prosegue nel suo sound duro e freddo, riscaldato dalla voce di Marko, che alterna un pulito cupo a emissioni gutturali. “The colour of cold rain” ospita Gregor Eden che va anche nello scream.

Le apparizioni continuano anche in “These mountains cast great Shad”, tra “castaway shadows” e “silent giants”, su un rock cadenzato à la Black Sabbath. La minacciosa “A song about murder” racconta dal punto di vista di un assassino, che c'è un demone che lo guida: “This fire of hatred (…) please don't judge me (…) it was the demon that ruled over me (…) you should not I still don't feel remorse of any kind”.

Il quinto brano spegne la distorsione, ma non l'inquietudine: “Mourning's Temptress” ospita l'acuta voce di Lena, che si alterna a quella di Marko. In mezzo a volti in lutto, il protagonista non riesce a sentire dolore: “I've been denied the well of woe”, cioè “mi è stato negato il pozzo del dolore”. E così crescono la vergogna e il senso di colpa, così lui cerca di rimanere estraneo agli occhi degli altri che stanno soffrendo. Può rappresentare una delle fasi del lutto, quella della negazione.

L'EP finisce con “Towards the end”, con le ultime visioni, come quella dell'incoronazione di una “regina abbandonata”. C'è una voce narrante, compressa e con eco, nel primo e in quest'ultimo brano, che riflette sulle forze oscure che lo influenzano. In questa visione sembra che l'uomo sia del tutto soggiogato alle loro volontà, senza poter decidere autonomamente. La canzone si regge su due accordi che formano una sequenza tipica nella musica dark (per i musicisti: prima minore, seconda maggiore).

Il sound è pesante, la voce è cupa, l'atmosfera plumbea. Adder's Fork è per chi ama sia il metal, sia le atmosfere buie new wave. Speriamo che nella narrazione dei prossimi lavori emerga una forza di resistenza contro questi demoni... perché il comodino non ha fatto nulla di male! (Gilberto Ongaro)