recensioni dischi
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LA COZNA  "Ni nuit ni jour"
   (2024 )

“Ni Nuit Ni Jour” è il primo album dei La Cozna, gruppo nato tre anni fa a Grenoble, in Francia, per volere di Clémentine Ristord (polistrumentista, specializzata in clarinetto, sassofono e nel boîte à bourdon, strumento simile alla ghironda).

Insieme a Pierre-Antoine Despatures (contrabbasso e percussioni), Clémence Baillot d’Estivaux (voce e violoncello) e Benjamin Garson (chitarre), musicisti già navigati, ma di estrazioni culturali e artistiche diverse, il progetto, musicalmente ascrivibile alla voce folk sperimentale, ha l'obiettivo di legare il linguaggio delle declinazioni più moderne del genere e la tradizione francese.

Sul piano della scrittura, invece, il quartetto non cela le sue intenzioni: musicare una sorta di agenda politica nella quale confluiscono le battaglie femministe e il desiderio di dar voce alle realtà rurali più marginalizzate, ma non solo.

L’apertura è affidata a “Réveillez-vous” che, seppur breve, suggerisce qualcosa su quello che verrà. Inattesa, invece, la coda strumentale di “Blanche biche”, mentre “Les transformations” introduce la voce maschile, offrendo al disco un ulteriore elemento di ricchezza.

Rispetto a una prima parte segnata da traiettorie a tratti inquiete, il finale con “Les amants sont volages” e “Songez à votre monde” sembra voler regalare qualche squarcio di luce, ribadendo, comunque, una sempre forte vocazione drone.

L’esperimento dei La Cozna è materiale prezioso per chiunque abbia familiarità col folk sperimentale oppure con la tradizione musicale francese: l’esperimento, per quanto ambizioso, ha dato i suoi frutti e il songwriting impreziosisce ulteriormente il lavoro. (Piergiuseppe Lippolis)