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DATE AT MIDNIGHT  "Fading into this grace"
   (2024 )

Mamma mia, quanto è gustoso udire quella sensazione di musica internazionale per poi scoprire che tal sound appartiene ad una band italiana!

Con gran piacere vi dico che la premessa in questione riguarda il quartetto capitolino dei Date at Midnight che, quest’anno, han la fierezza di toccare i 17 anni d’attività col terzo album “Fading into this grace”.

Visto che i precedenti “No love” (2011) e “Songs to fall and forget” (2016) han fatto spellar le mani d’applausi, di certo la presente prova non sarà da meno, con n(u)ove tracce che solcano app(r)ezzamenti di darkwave, post-punk e scie di goth-rock.

L’entrèe della lista spetta alla vibrante “Rendez-vous”, che corre sui stilemi degli Editors più dinamici, ma il collettivo romano sa affrontare anche gagliarde malinconie sia con “This affection” che con “The privation”, senza mai far calare l’attenzione, ben presto rinvigorita caldamente in “Another grace” e “Camilla”, espresse con bassi portentosi in stile Cure.

Con l’andar del disco, l'uditore realizza quanto questi ragazzi si siano evoluti nella compattezza del sound e nella narrazione oscura, poggiata più sui fondali che in evidenza, riscontrabile nelle forbite “No contact/Red zone” e “No need to define”.

Invece, soffia aria fresca di Tears For Fears nella sontuosa “Useless Love”, la cui ampiezza uditiva avvolge in un trip dolente. I Date si congedano poi a testa alta, contemplando la futurista ed eterea “The line”, tentando di raggiungere uno stato di grazia attraverso l’illusorio mondo dell’amore, a noi non importa se l’abbiano trovato o meno.

E’ già tanta roba che “Fading into this grace” arrivi alle vostre orecchie. Le mie ringraziano molto. (Max Casali)