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S.U.M.O.  "What a night to be alive"
   (2024 )

I S.U.M.O. sono un quartetto piacentino nato nel 2009 e da poco giunto al debutto discografico con “What a Night to Be Alive”, un titolo che intende prestarsi a diversi tipi di letture.

La band, il cui acronimo significa “Shut up and move on”, si muove agilmente fra riferimenti stoner e grunge, senza disdegnare momenti dal gusto più puramente hard rock in poco più di tre quarti d’ora in cui viene fuori una certa tecnica accanto a belle idee sul piano compositivo.

“Sunset” introduce, mentre “Dance (Watch Me)” mostra già un incedere impetuoso, impreziosito da un ritornello che resta facilmente in mente, e ricorda a tratti i Queens of the Stone Age. Per quanto la band di Josh Homme rappresenti evidentemente uno dei principali riferimenti artistici per gli emiliani, c’è tanto altro nel sound dei S.U.M.O. e, anche per questo, si avverte sempre una sensazione di urgenza, oltre a una forte ispirazione.

Funzionano gli episodi che corrono veloci, come “Follow the Light”, ed è un fatto positivo per un album che tende a viaggiare su velocità sostenute quasi senza pausa, mentre “Icarus” rappresenta uno dei picchi per le sue traiettorie difficili da leggere, ma sempre musicalmente ineccepibili.

La lunga gestazione dell’album di debutto ha pagato eccome per i S.U.M.O: “What a Night to Be Alive” è un disco già molto solido, con un ottimo equilibrio tra volontà di potenza e cura per gli arrangiamenti. (Piergiuseppe Lippolis)