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DOPPIA ERRE  "Complicato"
   (2024 )

Quarto lavoro per Doppia Erre, l'album “Complicato” segue una procedura diffusa nell'hip hop più recente: si tratta di un egotrip, un'esplorazione delle proprie emozioni e del vissuto personale. Diversi artigiani della parola riempiono le barre con la vita, per molti di loro è una terapia: i pensieri spesso sono caotici e disordinati, e catturarli, metterli letteralmente in griglia, aiuta ad avere le idee più chiare e convivere più serenamente coi propri dolori e le proprie speranze.

Queste canzoni devono suonare a Doppia Erre come stanze piene d'affetto, e ho iniziato a percepirlo nella penultima traccia, “Max Erre” featuring Tony Gelato. Chi è Tony Gelato? Nientemeno che suo padre, sotto pseudonimo, che canta il ritornello: “Siamo uniti sulla base, ma ognuno per i fatti suoi; nella vita molte si combatte, ma ognuno con i pugni suoi”. Questo fa intuire che padre e figlio vivano distanti. Hanno unito le voci tramite la canzone. Dalle “o” chiuse di “suoi” presumo una provenienza meridionale, chiarita da “Sei un mito – Lifetime” che presenta rime in pugliese. Ma Doppia Erre vive in Svizzera.

Dalla Svizzera i collegamenti aumentano, come con Cats On The Beats, rapper di Stoccarda; infatti lo riconosciamo, quando arriva la sua parte in tedesco in “Un amore”. L'Europa è presente anche nella titletrack: “Incontrarti in un caffè in Danimarca / voglio vivere con te in una barca”. Questa barca è una delle poche, se non l'unica concessione che ravvedo fra i testi, ai soliti sogni di lusso. In realtà, lo sguardo è molto più realistico; i sogni riportati son quelli infranti. Come in “Una tonnellata”: “La vita ti ha dato tante fottute bastonate / quanta rabbia si può caricare in un corpo (…) E se una lacrima pesa una tonnellata / e schiaccia i sentimenti più forti / dentro di lei si specchia adagiata / la felicità di tanti ricordi”.

Questa canzone è ambientata in una stazione, con tanto di motori e vociare delle persone. Alcuni flow sono da “lo-fi girl” e sono particolarmente toccanti, come questo che presenta un arpeggio in tonalità minore di pianoforte. “L'ho incontrata” è fatta da un sample di musica disco, con tanto di flauto (non è “The hustle”, ma l'atmosfera sembra quella). “Un amore” ha il sapore del soul, mentre il brano di chiusura “L'oro”, realizzato in collaborazione con la cantante Laura Boldo, è un sample funky super coinvolgente. Un pezzo r'n'b in piena regola.

Come accade parlando di quotidianità, il rischio è dire cose prevedibili, seppure molto sincere qui, si sente che sono scritte col cuore in mano, non per posa. Ma qua e là arrivano rime impreviste, come questa: “Ribelli per una causa come femen / c'è chi combatte tutta una vita come lo Yemen”. Non mi sarebbe mai venuta in mente la rima femen / Yemen! Lo sguardo di Doppia Erre è attento al mondo tutto, non solo alla propria strada. Altro esempio di questo tipo è la canzone “X chi”: “Tristezza per ogni persona assassinata in una guerra / non vogliamo fare parte della vostra merda”. Il brano ricorda i nazisti, ma anche gli uiguri perseguitati in Cina. Quando Doppia Erre ricorda “chi ha lottato per la libertà”, nel flow compaiono note di fisarmonica. Direi proprio azzeccata!

Doppia Erre cita almeno due volte l'etichetta sotto la quale è uscito il disco, Zona 167 Produzioni. Intuisco che sia sua l'etichetta, o comunque ci collabora, ed è parte integrante della sua missione. Senza compromessi, dice da una parte “I'm walking through the rain”, e dall'altra “Contro ogni contratto”. In “Castings” posa lo sguardo sulla generazione più giovane, ingannata dai soliti venditori di “fumo” (in tutti i sensi): “No non voglio credere che siate tutti coglioni / (a) questi quindicenni gli avete bruciato i neuroni / abbiamo aperto il mercato per fare musica buona”. Altro luogo comune sfatato quindi.

In “Menomale” Doppia Erre ricorda: “Meno male non son caduto nella spirale di qualche droga”. “Complicato” è un esempio positivo di conscious rap, dove la sincera amarezza non diventa mai nichilismo, anzi è l'occasione per capire quali sono le cose importanti: “Pensavo di non meritare il successo (…) vivere di musica rimane solo un sogno per noi stronzi (…) ho amato più il percorso e chi mi è stato a fianco”. (Gilberto Ongaro)