recensioni dischi
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BIG RIVER BAND  "Mustang hood"
   (2024 )

Tornano i Big River, duo electro-country che unisce beat sintetici alle sonorità tipiche del folk a stelle e strisce. L'album “Mustang Hood” ci porta nelle mega strade degli Stati Uniti, con il ritmo shuffle di “Turn around”, la buffa tastiera anni '80 che si inserisce a sorpresa in “When we dance”, e la canzone da cowboy “In the meantime”, scandita da battiti di mani reali, non sembrano essere i “clap” finti.

Il disco è divertente e scorre leggero, tra scale blues, armoniche a bocca, chitarre acustiche ed elettriche e violini. I testi richiamano la festa e situazioni amichevoli, come “Party truck”, letteralmente il camion della festa, di quelli agghindati di luci e impianto con subwoofer per fare rave party, alleati dei food truck dei paninari!

Il titolo che più rende il mood è “Beers in the garage”, che evoca quegli spazi dove si gioca a biliardo e si beve birra in compagnia. Un applauso al regista del videoclip che accompagna la canzone, realizzato in un unico piano sequenza dentro un'autorimessa, popolata da variopinti personaggi che compaiono e scompaiono tra i movimenti di camera.

L'album è rapido e festaiolo, ma viene chiuso da “Old Mary”, un 6/8 più lento, cantato quasi come una preghiera, con la chitarra slide (o con la steel guitar) che fa scivolare le note. “Mustang Hood” prende il country e, mescolandolo con i beat elettronici, lo rende pop e accessibile a più ascoltatori. (Gilberto Ongaro)