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GIOVANNI PALOMBO  "Passaggi"
   (2024 )

Il jazz da camera è protagonista del nuovo disco di Giovanni Palombo, “Passaggi”, uscito per Emme Record Label. Il rinomato chitarrista fingerstyle è qui parte del Camera Ensemble, quartetto formato da Gabriele Coen al sax soprano e clarinetto, Benny Pennazzi al violoncello e Francesco Savoretti a batteria e percussioni. Ospite Alessandro Gwis al pianoforte.

La firma di Palombo ci porta un jazz mediterraneo, che si ispira alla musica popolare (folk) per comporre ed elaborare brani propri. Ad esempio, “Popularia” prende spunto dal sentimento collettivo che il popolo greco dimostra, nei confronti della musica dell'indimenticato Mikis Theorodakis. Mentre era in Grecia, Palombo ha creato un frammento poi elaborato nella versione che ascoltiamo nel disco, dove mostra un andamento rapsodico: le melodie di clarinetto e chitarra cambiano sempre. Non sembra, grazie all'uniformità del mood, che fa percepire il brano come un unico monologo coerente.

Il disco contiene diversi brani solisti di Palombo; “Omaggio dei popoli a Gino Strada”, chiaramente dedicata al grande medico e attivista, che anche se inizia in tonalità minore, in realtà non è mai spento né funereo, nonostante il brano sia stato concepito al momento della notizia della scomparsa di Strada. Evidentemente, il chitarrista ha voluto omaggiarne l'anima, sempre inquieta e desiderosa di fare del bene, e di sfruttare qualunque occasione, anche quelle mediatiche, per perseguire il proprio scopo umanitario. Altri brani solisti sono “L'abbraccio (figli)”, “Anonimo andaluso”, e il conclusivo “Tramonto a Kea”, dove emerge la fantasia armonica di Palombo.

Il pianista compare in “Lago di Garda”, brano atmosferico, dove alcune note del pianoforte sono messe in reverse, con esito suggestivo. Chitarra e pianoforte si affiancano, per poi alternarsi nelle loro due solitudini, incontrandosi di nuovo per l'ultimo refrain. Il sax soprano arriva vivace in “Eduardo festa e malinconia”. Chi sarà mai questo Eduardo, se non De Filippo? Il violoncello risponde al fiato, mentre il batterista indugia sulle percussioni, più che su fusti e piatti. Gwis tornerà nel brano chitarra – pianoforte “Tre per la strada”, con un ritmo simil – tango, con tanta malinconia che però mai si siede a piangersi addosso, ma danza con dignità, trattenendo le lacrime.

“Terra di bellezza” si basa su uno stacco ritmico, uno dei tanti passaggi sui quali si basa l'album, che raccoglie queste idee sparse. L'assolo di sax è festoso, e l'altro brano con forte componente ritmica è “Viliotica”, altro termine dal legame ellenico, in cui il violoncello a un certo punto diventa protagonista e cattura l'attenzione, durante il suo assolo. Ecco, se qualcuno mi dovesse chiedere una definizione di “jazz mediterraneo”, gli farei ascoltare uno di questi due brani!

“Passaggi” è un nuovo capitolo discografico per Giovanni Palombo e il Camera Ensemble, ma è soprattutto un biglietto da visita per andarlo a vedere, perché la dimensione dal vivo è essenziale per la sua espressione. (Gilberto Ongaro)