PAOLO PALOPOLI "Road to swingin'hop"
(2024 )
Il simpatico artwork di copertina di questo disco è una eloquente immagine visiva del contenuto sonoro. Si tratta di dodici tracce di cui quattro cantate, quasi tutte composte da Paolo Palopoli, valente chitarrista napoletano di estrazione jazz con alle spalle una numerosa discografia ed una intensa attività didattica e concertistica internazionale.
Qui, nelle vesti di solista, leader e compositore, conduce l'ascoltatore in un percorso musicale ispirato da diverse influenze; su tutte quella del Lindy Hop, ballo americano degli anni '30, come pure le sonorità jazz etnobalcaniche e gitane, l'elettroswing e l'intimismo francese.
Al combo di base formato da chitarra, voce, batteria e contrabbasso si aggiungono nel disco altri musicisti portando clarinetto, fisarmonica, violino e tromba. La tecnica chitarristica di Palopoli, mai invasiva nei brani del disco, è chiaramente ispirata a due numi tutelari del jazz interpretato da questo strumento, ovvero Django Reinhardt e Pat Metheny.
Per effetto di questa impostazione il susseguirsi delle tracce disegna un quadro composito e caleidoscopico, mostrando diverse sfaccettature di un genere musicale che mostra comunque una attualità e modernità non risultando datato.
A questo proposito cito la traccia cantata in italiano "Amore Retrò", seconda in scaletta, con una suadente voce: quella di Alessandra Vitagliano, ed i brevi assoli in contrappunto di Palopoli. Altri brani molto rappresentativi sono, a mio parere, "Love in Moonlight", ottavo in scaletta, e la "chicca" rappresentata dallo strumentale "Balarm in 7", dove tutti gli strumenti si esprimono contribuendo a creare una atmosfera **arabobalcanicamediterraneasiciliana**.
Il tempo dispari ed il richiamo al nome arabo di Palermo non sono un caso. Ricerca musicale molto fruibile. Voto 7 e 1/2. (Roberto Celi)