KATE NASH "9 sad symphonies"
(2024 )
Kate Nash, l’artista musicale talentuosa e spiritosa - e anche attrice - inglese (vincitrice del meritato sigillo dei Brit Awards nella prima decade del secolo, quando era all'apice e anche all'inizio del successo), ha dalla sua una voce melodiosa e gentile e a suo modo sensuale, ma è anche molto tosta come indipendente songwriter e lo dimostra al suo quinto album, "9 Sad Symphonies", un viaggio nel tempo tra i miti del cinema e le passioni di una vita votata alla ricerca delle radici della musica e di sé stessa.
Grazie all'uso di tessiture orchestrali, che si avvalgono di archi e pizzicati, il suo è un mondo di riflessioni intimiste che strappa sempre il sorriso e orienta sempre a un mai scontato buonumore, e Dio sa quanto questo sia necessario oggi con i tempi cupi e duri che viviamo e quelli che si affacciano all'orizzonte.
Certo, siamo in un perimetro di pop sofisticato di buona fattura, che non osa l'inosabile e non va al di là delle proprie capacità, ma accontentiamoci perché, come suole dirsi oggi in modo sbrigativo, c'è tanta roba, anzi ottima e abbondante, forse quasi troppa, e comunque siamo a distanza siderale dai cantanti da classifica che credono basti un po' di autotune e qualche battutaccia o gargarismo per credersi il novello Eminem o i novelli Placebo.
La Nash è su tutt'altra sponda e convince soprattutto per la leggerezza e la spensieratezza che sprigionano le sue canzoni fresche, divertenti e mai noiose, che non smetteresti di ascoltare specie immaginandoti steso su un prato alla brezza della primavera inoltrata o della prima estate, con le nuvole che passano e tante storie di romanticismo e magia che frullano nel cervello.
Un'artista pienamente calata nei nostri tempi, che però fa sognare e divertire, non chiediamole altro che è già abbastanza. Voto 7,5. (Lorenzo Morandotti)