recensioni dischi
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TORREVADO FEAT. FRED VENTURA  "Time of our life"
   (2024 )

Cavoli, che bella che era l'italodisco! Chi, come il sottoscritto, comincia ad avere capelli bianchi sul capo (o, peggio ancora, li comincia proprio a perdere, i capelli) non può che sorridere ai magnifici ricordi di quel periodo, nel quale la dance tricolore non solo aveva un gran successo nei patri lidi, ma veniva anche massicciamente esportata all'estero, e pure copiata in ogni angolo del globo.

Macho, La Bionda, Easy Going, Change, Firefly, P.Lion, Gary Low, Gazebo, Ryan Paris, Mike Francis, Baltimora, Scotch, Kano, Den Harrow, Valerie Dore, Sandy Marton, Tracy Spencer, Spagna... potremmo andare avanti per ore. Tutti artisti, quelli appena citati, capaci di raggiungere l'alta classifica un po' in tutto il mondo. Ah, bei tempi quelli...

Però... C'è un però, in effetti. Presi dai ricordi per i suddetti personaggi, e per le loro canzoni senza tempo, veniamo colti di sorpresa da un disco come questo "Time of our life". Genere? Proprio quello. Italodisco, o Italodance, se preferite. Quindi, siamo in presenza di un prodotto datato, con sonorità di 30-40 anni fa? Per niente. Qui i suoni sono attualissimi, pur trattandosi senz'ombra di dubbio dello stesso genere degli artisti succitati.

E, ora che ci penso, Torrevado è un nickname che mi dice qualcosa. Ma sì, c'era una band tricolore anni '80, nata come prog-rock e poi approdata con successo all'Italodisco. Erano quelli di "Living in the shuttle", cercateveli in Rete. Ebbene, sono proprio loro: pensate che Claudio Giorgi e Maurizio Suraci (autori, musicisti e produttori di "Living in the shuttle" come di questa "Time Of Our Life") sono anche fondatori assieme a Walter Marocchi della Shuttle Records, l'etichetta che ha ideato e prodotto questa release, e che sta con successo rilanciando l'Italodisco in tutto il globo. E, ad accompagnare i Torrevado nella nuova avventura, c'è nientedimeno che Fred Ventura, artista fra i più iconici di questo genere musicale.

E quindi, salto nel passato? Sì e no. Il genere è proprio quello ma, come già detto, i suoni sono attualissimi. E centrati, aggiungo. Non sarei per niente stupito se, tra qualche settimana, mi capitasse di scovare questo disco in classifiche straniere, in terra d'Albione o negli Stati Uniti. E, vi dirò: questo disco se lo meriterebbe proprio. Che bello essere italiani... (Andrea Rossi)