recensioni dischi
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STEFANO ZENI  "Avalon songs"
   (2024 )

Otto brani che portano il nome di altrettanti cavalieri della Tavola Rotonda di Re Artù: è senz'altro una caratteristica che incuriosisce, ma che non deve trarre in inganno...

Sì, perché questo "Avalon Songs" del violinista Stefano Zeni è, soprattutto, una ricerca sonora che accosta il timbro del violino a quello del sax baritono di Bruno Marini.

Questo connubio si esprime in varie modalità nel corso delle otto tracce originali, che comunque si collocano in ambito jazz e che vedono come alti dignitari Marco Arienti ed Alberto Olivieri, che formano una sezione ritmica coesa e coinvolgente.

Stefano Zeni, al suo terzo lavoro come leader di gruppo, non suona interpretando il violino come strumento istrionico, ma trasmette espressività e varietà sonore utilizzando una sapiente tecnica ed una capacità dialogante con l'altro strumento protagonista.

La registrazione del disco è stata effettuata in presa diretta e questo si percepisce nella immediatezza e nella sequenza delle frasi musicali e degli assoli. Il brano che a mio parere racchiude l'intera essenza di quanto sopra è "Lancelot du Lac". Voto 7. (Roberto Celi)