recensioni dischi
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ALAN REGARDIN  "Ritual tones"
   (2024 )

Alan Regardin è un musicista e compositore di stanza a Nantes, in Francia. Da sempre impegnato nella ricerca di una sintesi autorevole e personale fra elettronica e strumentazione a fiato, in particolare la tromba, la sua traiettoria artistica ha lambito i confini della musica noise e della sperimentazione pura.

Da poco, l’artista è tornato con “Ritual Tones”, un lavoro che si inserisce perfettamente in questo solco e che trae gran parte della sua ispirazione proprio dalla drone music tradizionale oltre che da idee più contemporanee.

“Ritual Tones” è una composizione per trombone, flicorno e sassofono pensata per esplorare idee armoniche e timbriche innovative, ma anche le iterazioni prodotte dalle corde, con l’obiettivo di negare all’ascoltatore qualsivoglia punto di riferimento temporale.

Il disco si apre con “Tones”, manifesto di ambient drone con le sue evoluzioni quasi impercettibili, in un flusso meno lineare di quanto appaia a un ascolto distratto. Il brano, lungo oltre diciassette minuti, evolve in maniera più netta dopo la metà, con un lento sfumare, ma senza una reale soluzione di continuità rispetto alla successiva “Prelude”, decisamente più breve, e strutturata secondo un continuo contrasto fra acuto e grave, suggerendo ora calma piatta e ora profondissima tensione.

“Ritual”, che torna a superare il quarto d’ora, è un altro episodio segnato da movimenti lenti, in cui la drone music riesce ad accogliere elementi di contemporaneità, ma senza snaturarsi mai. Regardin conferma di essere uno degli interpreti più autorevoli del genere, confezionando un prodotto che appare a fuoco nella sua interezza. (Piergiuseppe Lippolis)