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HUMAN ZOO  "Echoes beyond"
   (2024 )

Intanto, giù il cappello per qualsiasi band che riesca a toccare la meta dei vent’anni di militanza senza dare segni patetici, bensì sorprendendo in ogni nuova occasione. E poi, non tralascerei il dettaglio importante di saper rivitalizzare il rock anni ’80 con tocchi di mirabile fantasia.

Pertanto, scroscino le mani per il sestetto tedesco degli Human Zoo, che rilasciano i 12 brani del quinto album “Echoes beyond” re-inserendo tra le trame sonore il tocco del sax, che personalmente appoggiamo a pieni voti.

Partono a spron battuto con la vigoria del trittico “Gun 4 a while”, “In my dreams” e “To the ground”, trittico che lascia tramortiti senza appello. Spingono di brutto, poi risuonano una “Echo” senza darti tempo di riflettere, tanta è la stra-grande passione che si evince nel sentirli, con quel sax che forgia i brani con equa vanità ed impatto vincente, verificare in “Forget about the past” (presente, in coda, anche in acoustic-version) e nella emotional-ballad “Daddy you’re a star”, nelle quali le chiacchiere stanno a zero.

Solo sostanza….tanta sostanza e niente fumo. La giostra grintosa gira a meraviglia, propinandoci un bel “attacco cardiaco”, visto che l’energia sprigionata dalla pazzesca “Heartache” accelera battiti in men che non si dica. Boh! Ma come faranno a reperire tutta ‘sta foga? Mah, vallo a sapere! Misteri della fede rock, ma il rapimento turbolento non finisce qui.

C’è ancora da grondar sudore con la saettante “Ready 2 Rock”, ma è roba solo per chi è davvero “pronto al rock” e non abbia menate e freni inibitori. Quindi, mani a conchiglia sulle orecchie perché qui il grande rock “Echeggia oltre”: parola degli Human Zoo. (Max Casali)