recensioni dischi
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CLAN ALDO PINELLI  "Nordiska vatten"
   (2024 )

Uscito per Lizard Records, il nuovo lavoro del Clan Aldo Pinelli, micro collettivo formato dal celebre musicista argentino Aldo Pinelli più quattro musicisti ospiti, si chiama “Nordiska vatten”, ed è un paradiso per i tastieristi. Pinelli a chitarra, basso, tastiere e voce, accompagnato da percussioni, un flauto, un violoncello e altre tastiere ancora, realizza un mondo dilatato, affine sia alla new age, con quei suoni abbastanza anni '90, sia al rock progressivo, per le costruzioni musicali, spesso rapsodiche (non ci sono molti ritornelli, ma continue modifiche in divenire, su musica strumentale).

Un lotto di nove tracce dove immergersi in suoni liquidi, come quelli di “To Open”, o ventosi come quelli di “Eolofonía”. Si alternano brani brevi, come questi nominati, che stanno tra il minuto e i due di durata, a vere e proprie suite, come “Nordic Waters”, che dura 14'49”, in cui succede di tutto. “Nordic Waters” inizia in maniera ambient, per poi aprirsi a una fase ritmata in 5/4, una parte di chitarra in stile rinascimentale, interrotta da un coro che “singhiozza” (nel senso che alterna la sua polifonia con lunghe pause di silenzio), e un momento con modulazioni e suoni à la Vangelis.

Le scelte estetiche a volte sono davvero vintage. Nei primi suoni sintetici di “Juegos de Azar, Partes 1, 2, 3, 4 y 5”, io ci vedrei scorrere un logo della Rai anni '80, di quelli con sfera, cubo e piramide, fatto con le prime CGI. Ma poi si trasforma in una melodia di chitarra elettrica, sorretta da un arpeggio di acustica. “Estudio 6” è un minuto di arpeggio di chitarra assai algido, freddo come un brano dei King Crimson in “Discipline”, mentre “Bàltico – New Mix” ha un incedere gotico nell'armonia.

Il finale “Medarp alilui” è costituito da un'elettronica che propone cori tanto innaturali quanto affascinanti proprio per la loro irrealtà, mentre la chitarra elettrica crea dei tappeti di suono à la Brian Eno di “Another green world”, e il ritmo tribale delle percussioni sposta la suggestione verso lande world music.

Da notare anche l'artwork di copertina, dove l'Adamo che al centro del soffitto della Cappella Sistina protende il dito verso Dio, qui lo ritroviamo in blu, con una gamba che si trasforma in violoncello, e sul braccio si appoggia uno degli orologi molli di Dalì. “Nordiska vatten” ci porta in un mondo altro, che per sonorità è molto riconoscibile, ma dove la differenza la fa la fantasia compositiva, che, per dirla col titolo del primo energico brano, ci va volare “con el Dragón”. (Gilberto Ongaro)