recensioni dischi
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L'ISOLA DEI CIPRESSI VIVENTI  "Elettricità"
   (2024 )

Secondo l’umile penna di chi scrive, mister Giovanni Fruzzetti (che fa capo al progetto L’isola dei Cipressi Viventi) ha impiegato un bel po’ per rilasciare il suo debut-album “Elettricità” poiché, in tempi odierni, inventarsi qualcosa che si estranei dal già sentito non è proprio alla portata di tutti.

Quindi, benché il sottoscritto non faccia scorpacciate di elettro-dark, stavolta ne sono rimasto facilmente coinvolto, per il fascino che incarnano le nove tracce del disco, sospese in atmosfere talvolta rarefatte ed in altre piene e oscure.

Entrando nell’ossessivo “Tunnel” asfittico dell’artista, s’intuisce che non sarà un viaggetto disincantato ma riservato, piuttosto, ad orecchie solide e coraggiose; e gli “Angeli” che si odono tendono a rimarcare un climax dark-funk, alquanto raggelante.

A seguire, zampilla “Petrolio” con effluvio asettico e loop orrorifico, per stratificare una titletrack che viaggia in circuiti meno algidi, mentre se “Ombra” e “Tigri” ruggissero in una freak-disco, farebbero ballare anche manichini e zombie atteggioni.

Invece, la più mantrica del reame ti si appiccica nella sinapsi e ti segue proprio come una “Ombra” ipnotica e trapanante. L’incubo finale “Auto-tune” è un turbinio spiazzante di fuzz, sussurri cospirativi e strumenti plasmati in trip allucinogeno, tanto per non smentirsi fino all’ultimo respiro.

Chissà come se la ride, mister Fruzzetti, ben conscio che disturberà i nostri sonni con una bisaccia assemblativa che presto si riempirà (anche) di consensi ed applausi certi. Timori in proposito? No, dai! Qualche goccia di Lexotan e passa la paura... (Max Casali)