recensioni dischi
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MARTA DE LLUVIA  "La festa che non c'era"
   (2024 )

Non potete ascoltare questo disco con l’animo chiuso, ovvero poco predisposto ad immaginare spazi aperti, aria pura, dolore, sofferenza, città e stagioni.

L’immaginazione e l’apertura d’animo sono due condizioni fondamentali per apprezzare questo secondo lavoro di Marta De Lluvia. ''La festa che non c’era'', ma c’è ed è festa dell’anima, se avete però un’anima predisposta.

Le poesie musicali di Marta non sono per tutti, come per tutti non sono questo generi di dischi, lavori artistici di non facile ascolto, ma che se capìti, offrono un piacere unico, diverso, fuori dalle convenzioni. Vi metto un’altra condizione d’ascolto: lo dovete gustare tutto d’un fiato, perché solo così si possono apprezzare tutte le sfumature nascoste nei testi e restare affascinati dalle sfumature sonore, suonate da musicisti di prim’ordine. Date particolare orecchio a ''Un centimetro al mese''. Ipnotica.

''Cadi dal cielo, cadimi su ogni centimetro di pelle. Cadimi Amore'', sono pochi versi di ''In Amore'', un testo che con poche e semplici parole cerca di spiegarci le diverse emozioni che l’amore ci regala. E poi ''Malerba'' e ''Second Hand''. Un piccolo viaggio.

Ho ascoltato più volte il disco e, pur avendo ben in mente la voce di Marta, a volte mi è parso di sentire una qualche sfumatura vocale di Marcella Bella, di Alice e anche di Fiorella Mannoia. Interessante.

Chiudo con la menzione speciale di ''Bastava la Città'' e ''Miele''. Siate predisposti e ne sarete sorpresi. Astenersi aridi d’animo. Un grazie a Music Map che mi sta educando ad apprezzare questo genere di lavori. (Marco Camozzi)