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QUINTAESSENZA  "Mission to Planet Earth"
   (2024 )

Partiamo da questo presupposto: alla Terra non interessa essere salvata da noi. Si salva da sola, a volte scrollandosi di dosso qualche umano, con vulcani, terremoti ed alluvioni. Pensare di salvarla è arrogante, da parte nostra. Noi dobbiamo salvare il genere umano, questo sì. E per farlo, dobbiamo capire come convivere correttamente con la Terra, perché non si stufi definitivamente e cerchi di debellare questa malattia che siamo noi. Un po' come noi abbiamo dei batteri “buoni” dentro il corpo, coi quali viviamo in simbiosi e per questo ce li teniamo, mentre i virus dannosi li combattiamo. Almeno, io la vedo così.

Detto questo, “Mission to Planet Earth” è il disco di debutto dei QuintaEssenza, ed è un disco di buon pop. Un concept album che ruota attorno all'idea, appunto, di salvare la Terra, con il migliore spirito ecologista. I QuintaEssenza sono Danilo Rabboni, Giuseppe Lionetto e Benedetto Ribaudo, rispettivamente a pianoforte, basso e batteria. Ospite Nello Amante alla chitarra, e sette coristi per la canzone “Pray for me”, un 6/8 spirituale carico di note blues, e dal ritornello che carica.

L'album è aperto da una introduzione chiamata “Cluster”, con poche note di pianoforte e colpi da soundtrack. Le canzoni poi si susseguono con uno spirito ottimista: traspare dalla titletrack, dalla super catchy “Change in your mind”, dall'atmosferica e sognante “Life is magic”, “Don't give up” (che ricorda la positività di artisti come Gary Go), e dalla disco danzereccia di “Tonight”.

Queste atmosfere pop legate all'ambientalismo, mi hanno ricordato “Concerto per un'oasi”, bellissima canzone strumentale dei Pooh, forse inizialmente ispirata a “Terminal Frost” dei Pink Floyd, ma solo come spunto, per mettere poi a fuoco l'estetica tutta poohesca. Nel 1988 nacque una collaborazione tra Pooh e WWF, per volontà soprattutto del compianto batterista Stefano D'Orazio, che ci teneva a impegnarsi per l'ambiente.

Potrebbe essere una bell'idea per i QuintaEssenza, ripercorrere questo tipo di collaborazioni con associazioni simili. Non faccio fatica a immaginarmi la titletrack “Mission to Planet Earth”, legata ad un video documentario sugli incendi e sulle loro cause, oppure ad Archeoplastica. È sempre nobile, unire la suggestione della musica a cause di questo tipo. (Gilberto Ongaro)