MATTEO MOSOLO & FLAVIO ZANUTTINI "Half black half white half yellow (suite for Charles Mingus)"
(2024 )
Charles Mingus, contrabbassista leggendario nella storia del jazz, è l'ispiratore di Matteo Mosolo, che lo scopre assieme al trombettista Flavio Zanuttini, nel lontano 2005. I due musicisti prendono strade diverse, ma ora si ritrovano, per rendere omaggio all'artista.
Esce così per Caligola Records “Half Black Half White Half Yellow”, un album che è una suite per soli contrabbasso e tromba, e contiene soprattutto brani nuovi, anche se in qualche modo sono legati alla produzione di Mingus. Ad esempio, il titolo “A night in Tijuana” unisce il titolo di “A night in Tunisia”, con l'album “Tijuana Moods”. Come nel brano tunisino, si avvia un ritmo sincopato latineggiante.
“Let my children hear music, not noise, music”, è una frase che chiosa sulla musica contemporanea, ma deriva dal titolo dell'album “Let my children hear music”. Il brano di Mosolo e Zanuttini è un rapido swing in 6/8. “Fable of Mingus” allude a “Fable of Faubus”, che propone un tema diverso, ma col brano di Mingus ha in comune il repentino cambio di velocità a un certo punto. Zanuttini qui con la tromba si diverte a imitare il verso di un qualche volatile, comunque per lungo tempo sembra lanciare baci con lo strumento, insieme a vari lamenti (Moanin'?), per poi giocare con la sordina plunger (tradotto per noi profani: fa “uauauaa”)!
L'album si apre con “Under Watts Tower”, avviata dal solo contrabbasso con un giro blues. C'è molto blues in questo disco, e la titletrack sta in piedi sul classico giro armonico, suonato da Mosolo con intenzione da rockabilly. Da notare un felice passaggio omoritmico, dove tromba e contrabbasso si muovono insieme, mostrando buona amalgama. Nella seconda metà di “Too black for Beethoven”, Mosolo impugna l'archetto e inizia a strofinare le corde, mentre la tromba prorompe in un assolo noise, affine al free.
Sempre con l'archetto, Matteo suona dei “passi” cadenzati, cioè note in staccato, che avviano con discrezione “Nice of you to have come to my funeral”, dove la tromba improvvisa con la sordina (quella normale, che ingentilisce il suono, niente uauaua qui). “Theme for Eric Dolphy” è un blues assai malinconico, dove la tromba è particolarmente espressiva. Questo perché Eric Dolphy, a cui il brano è dedicato, era un polistrumentista che suonava con Charles Mingus. Nel 1964, in tour con Charles Mingus, finì in coma a causa del diabete che lo tormentava. In ospedale ricevette esami superficiali, perché avevano pensato che fosse il solito “nero in overdose”, e morì lì. Un'ingiustizia e una grave perdita, ascoltando l'avanguardia promettente che si sente nel suo “Out of lunch!”, dove suona sassofono contralto, clarinetto basso e flauto.
L'album finisce con un breve brano, chiamato “A beach full of whales (Ostinato Blues)”. Il titolo si riferisce a una strana coincidenza: il giorno della morte di Charles Mingus, a 56 anni in Messico, pare che 56 capodogli si siano arenati lungo la costa messicana. Il fatto è confermato da diverse fonti giornalistiche e foto. Questa suite si rivela più “classica”, rispetto al percorso stilistico del contrabbassista statunitense, che si inoltrò nell'avanguardia dagli anni '60 in poi. Lo stile di Mosolo e Zanuttini è denso di blues e blue notes, con tutto il calore che ne consegue. (Gilberto Ongaro)