recensioni dischi
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COANDA  "Le vite altrove"
   (2024 )

Lo hanno intitolato “Le vite altrove” (Etichetta e distribuzione digitale AngappMusic) ed è il primo album di Coanda, il trio che è nato dall’incontro tra i musicisti baresi Marcello Colaninno e Toni Dedda (già “Funambolici Vargas”) e il poeta Cosimo Lamanna, autore dei testi.

Da questa formazione anomala ne è uscito un progetto di nove canzoni dove la musica aderisce alla superficie della parola scritta, dando vita a una sintesi originale e interessante. ''Le vite altrove'' sostanzialmente è un disco fatto di incontri. Ecco perché non va ascoltato una sola volta e poi posato in mezzo a tanti altri. Va meditato con attenzione e senza distrazione.

I testi ti portano a pensare alla vera canzone d’autore (non a caso Colaninno e Dedda, con i Funambolici Vargas, nel 1998 hanno partecipato al Premio Tenco e sono stati premiati con la targa Siae/Imaie autori emergenti quando poesia e musica camminavano in parallelo e si rispettava la forma canzone.

Ed è proprio sulla lezione dei maestri cantautori, che hanno dato alla canzone una straordinaria dignità artistica, che il disco dei Coanda prende una sua anima, dove si ritrovano influenze e generi musicali differenti, dal rock (''La vita che volevi'') alla ritmica etnica, dalla ballata (''Le vite altrove'') a sperimentazioni più originali (''Incabloc'').

La particolarità di questo disco è quella che non segue un genere in particolare ma ha una sua precisa scelta stilistica, dando ai testi la forma più adatta per l’interpretazione vocale e la resa musicale. Anche gli arrangiamenti, curati da Toni Dedda, cercano di realizzare una sintesi tra suoni acustici ed elettronica, strumenti suonati e programmazioni al computer che però non disturbano l’ascolto.

Suggestivo il videoclip che i Coanda hanno scelto per la canzone “Immaginare un amore”, accompagnato da un corto animato (realizzato dal fumettista Leocifero su sceneggiatura del giornalista Stefano Maria Bianchi) dove le immagini e i colori, la forza della storia, fanno da cassa di risonanza per le parole piene di una forza straordinaria, dove musica e disegno diventano linguaggi universali, immediati e di forte impatto emotivo.

A chiudere l’album una bella canzone d’amore come “Dalla tua notte alla mia”, dove la melodia che caratterizza il brano è molto dolce e dove emerge la leggerezza delle atmosfere dall’unione tra gli archi e il sax. Memorabile chiusura. Il destino permette a persone, poesia, storie e vite di incontrarsi, raccontarsi e lasciare un segno. Questi incroci di anime diventano ''Le vite altrove''. (Pierantonio Ghiglione)