recensioni dischi
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LUCA FALOMI, ALESSANDRO TURCHET & MAX TRABUCCO  "Mare aperto"
   (2024 )

Si dice spesso che tre è il numero perfetto per i tanti contesti in cui può essere utilizzato, sicuramente in ambito musicale ciò non viene meno se non altro per comprendere insieme ritmo, armonia e melodia.

Il trio formato da Luca Falomi, chitarrista di matrice jazz/world sia acustico che elettrico, Alessandro Turchet, contrabbassista con raffinata propensione ai soli melodici, e Max Trabucco, percussionista versatile e mai invasivo, ne è una conferma.

Questo secondo lavoro "Mare aperto", che segue l'esordio "Naviganti e sognatori", continua l'esplorazione in termini musicali ed evocativi di ciò che abbiamo nell'anima attraverso suggestioni e frasi musicali che portano alla riflessione. E' un disco formato da otto tracce molto raffinate e mai sopra le righe, la produzione è curatissima con arrangiamenti e timbriche ricercate.

Molto d'effetto lo scorrere delle dita sulle corde della chitarra acustica così come le impercettibili distorsioni del contrabbasso suonato con l'archetto. E' world music a tutti gli effetti, mi viene da dire, ed è impreziosita in alcuni brani dal suono del bandoneon di Daniele Di Bonaventura e dalla voce etno/folk di Maria Pia De Vito.

Il brano "What I Can't Say", sesto in scaletta, è a mio parere la summa di quanto sopra e rappresenta una chicca imperdibile per gli amanti del genere e non. Il brano "Mare Aperto", che porta il nome al disco, pure è ad alto livello sebbene con una accezione più etnica.

Tutto il disco peraltro consolida la direzione musicale presa nel solco di un soffuso genere world. Buona navigazione... Voto 7 e 1/2. (Roberto Celi)