recensioni dischi
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FRANCESCO SENSI  "In abstracto"
   (2024 )

“In abstracto” è l’opera prima del chitarrista e compositore Francesco Sensi, coadiuvato da Diego Albini al piano, Enrico Palmieri al contrabbasso e John De Martino alla batteria.

Formatosi nei conservatori di Perugia e Milano, Sensi cerca una propria e autentica idea di jazz in composizioni asciutte e dall’approccio diretto, come ben dimostra già l’opener, “Ex Machina”, in grado di proiettare l'ascoltatore al centro di morbidi intrecci compositivi e atmosfere vagamente oniriche.

L’incedere di “In Abstracto” dura più di cinquanta minuti scanditi da otto episodi in cui coesistono, accanto al jazz, anche pulsioni post e persino progressive rock. Senza artifici particolari in fase di produzione, Sensi e i suoi compagni di viaggio insistono su una formula che cerca nella grazia della composizione tutta la sua forza.

La lentezza riflessiva e nostalgica di “Veil” esemplifica questa urgenza, mentre “Exile” concede maggiore spazio alle evoluzioni pianistiche, prima del passo cadenzato e più visibilmente pop di “27”, col contrabbasso in risalto. Il jazz puro e libero di “Collide” e quello più meditativo di “Eidolon” sono due facce di una stessa medaglia, in cui la ricerca compositiva di Francesco Sensi e del quartetto approda in territori diversi, poi le evoluzioni di “Shimmer” accarezzano qualche idea latineggiante.

L’ultimo atto del disco è “Beneath the Twilight”, anch’esso esempio calzante di un ragionamento che non sfocia mai nel mero virtuosismo e che, anzi, testimonia quanto certe intuizioni compositive e tecniche possano mitigare la propria intrinseca difficoltà, trasformandosi in un flusso organico e dolcissimo. (Piergiuseppe Lippolis)