BRUNA "Ibrido"
(2024 )
Quando c’è in ballo un trittico di stimati produttori come Gheesa, DNVR e Freccia, per mettere a punto un viscerale album come “Ibrido” dell’artista siciliana Bruna (Angelico) si nasa, nell’immediato, alta qualità d’ascolto, e le sensazioni immaginate si traducono (presto) in solida realtà, visto che nell’inventario dei 12 brani la singer palermitana dà ampio sfogo al suo ricco e profondo mondo eclettico.
Definizione, questa, che nella società di oggi può (paradossalmente) infastidire, ma la Nostra, invece, ne fa un motivo d’orgoglio e non cade nell’errore di incorporare tutte le sue attività di educatrice, insegnante e cantante in un’unica modalità, ma le tiene ben staccate per puntualizzarle, al meglio, con il suo istinto musicale.
Un istinto molto ragionato, sofferto, edificato con un lungo percorso a tappe e varie locations per scrivere i pezzi e, proprio da questo tracking ideativo, ha trovato la quadra che cercava per “Ibrido”. I fatti possono solo darle ragione, visto che dalla moltitudine di esperienze accumulate fin qui, Bruna ne ricava un percorso sonoro molto centrato nella struttura e nella scelta realizzativa: quello de “La scelta” è un tema a Lei molto caro, e risolutivo nella traccia 2.
Apre le danze l’algida compattezza di “Mantide”, primo episodio nel quale si capta palese modernità assemblativa che si mantiene su tutto il tragitto dell’opera, come nella pulsante “Ricordati di te” (presente anche in versione acustica in coda all’album), nell’electric-ballad “A piena mente” o nel dualismo emotivo di “Eros & Thanatos”.
La prima ospitata l'artista la riserva a Picciotto, che duetta in “Sottofondo” con un rap fascinoso e suadente. Cantoni riflessivi ed eleganti li troverete invece in “00:35” e ne “Il mio tempo che vive”, mentre la tribale “Fango” concede maggior ampiezza alla tracklist, con un’interessante miscellanea sonora.
La seconda guest-star, Peter Bass, è seduta sullo sgabello del pianoforte in “Il mio tempo che vive”, per dare al brano quel tocco chic in più, già stilizzato con spessore dalla voce delicata di Bruna. Termina la proposta “Oltremare”: un brano caldo, fortemente ponderativo, colmo di speranza e voglioso di intravedere prospettive rosee.
Vedrete che, pian piano, l’estrosità di una “ricca” artista come la Angelico verrà presto messa definitivamente in risalto, visto che le lodi stanno già da tempo ronzando nell’arnia del Gotha musicale che conta. Quindi, occhio! Prestare attenzione… (Max Casali)