DAVIDE INTINI QUARTET "Ego taming"
(2024 )
Che la musica sia un linguaggio universale, in grado di comunicare ed avvicinare le persone rendendo minore la lontananza culturale e sociale, lo si può immediatamente avvertire all'ascolto di questo "Ego taming", disco d'esordio del quartetto capitanato da Davide Intini al sassofono.
Una delle prime caratteristiche che si evidenzia, inoltre, è l'alto livello di preparazione musicale, e di conseguenza di affiatamento e di interplay, che si realizza fra i quattro musicisti. Appartengono alla scena jazz milanese e sono amici. Il loro leader. che proviene da studi internazionali (Spagna e Usa). ha riposto in questo progetto di brani originali di sua composizione, notevoli capacità di arrangiamento e di espressione.
Il suo sax è protagonista senza mai andare sopra le righe, proponendo un fraseggio fluido e timbricamente calibrato, come ad esempio nel suadente brano "Safe Space", sesto dei dieci in scaletta, o nel'ottavo e più movimentato "Still Hoping".
Non ho sentito tanti sassofonisti articolare successioni di scale melodiche ed armoniche in rapida emissione come è capace di produrre Davide Intini, pur rifuggendo i virtuosismi fini a sé stessi.
L'unica cover presente, in omaggio a Dave Brubeck, ci segnala che il pianoforte era stato il primo strumento suonato dal nostro autore, poi ben presto folgorato dal suono del sax.
Complessivamente un solido jazz senza tanti fronzoli o sperimentazioni, dove forse l'utilizzo di un maggiore numero di tonalità nei diversi brani poteva dare un quid in più. Voto 7. (Roberto Celi)