recensioni dischi
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MARTHA J. & CHEBAT QUARTET  "Amelia"
   (2024 )

Un songbook di altissima scuola, romantico e sensuale (ma lontano anni luce dai concetti che solitamente questi aggettivi suscitano, ossia su un altro pianeta), che è ormai un classico acquisito e ha forse solo un pari degno in quello di Leonard Cohen e di pochi altri (famiglia Buckley). Rivisitato, riattraversato, riletto, omaggiato.

Con una voce amica, accademicamente correttissima ma soprattutto non piattamente scimmiottante, anzi empatica al sommo grado, anche in forza di un combo strumentale jazzy avvolgente come un cachemire di alta gamma, come lenzuola di seta da albergo a sei stelle. Ecco il disco di Martha J. & Chebat Quartet, importante nella storiografia odierna perché rende il giusto merito (con buona classe e tanta passione che traspare con evidenza anche al più sordo degli apparati acustici piallato dal rumore odierno, e che si apprezza in più ascolti, nota dopo nota) il repertorio della grandissima, ineguagliabile Joni Mitchell.

A proposito, di film di Natale, preparatevi per tempo perché tra nove mesi tanto torna: ricordate il corale e collettivo "Love actually" dove Emma Thompson indossa i panni di una moglie tradita? Il suo Dna musicale è appunto il repertorio di Joni Mitchell, che al personaggio ha insegnato cosa significa essere donna. Joni ci ha traghettati dal XX al XXI secolo mantenendo intatta la sua caratura di interprete a sua volta della tradizione del jazz (pensiamo a Mingus) e delle dinamiche sentimentali, delle sfumature dell'emozione raccontate con caparbia indipendenza femminile, e questo disco le rende giustizia entrando nel cuore di quel DNA condiviso da Emma.

Il quartetto di questo antologico omaggio che non potrà mancare nella discoteca dei fan di Joni (ed è un ottimo viatico per conoscerla da parte di chi ne è digiuno), è così composto: Martha J. - voce; Francesco Chebat - pianoforte e Fender Rhodes; Giulio Corini - contrabbasso; Maxx Furian - batteria.

Gli arrangiamenti sono opera di Francesco Chebat e la scelta degli undici brani che compongono l'album - spiega in un comunicato ufficiale la leader della band - è stata dettata dalla volontà di interpretare anche alcuni brani meno frequentati, per offrire di Joni un punto di vista "alternativo", eppure come detto completo e stimolante per ulteriori scavi di ascolto.

Pare superfluo ma meglio abbondare, ricordare che musica simile e interpreti simili necessitano obbligatoriamente di un impianto all'altezza, quindi abolite casse e cuffie trash. Voto 8 all'interpretazione, fuori scala perché nell'Olimpio il voto alla matrice. (Lorenzo Morandotti)