recensioni dischi
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DEAR  "DeaR tapes - Greetings from Uchronia"
   (2024 )

DeaR è il moniker di Davide Riccio, musicista, polistrumentista, scrittore e giornalista torinese classe 1966. A dicembre del 2023, l’artista è tornato con un monumentale triplo CD, sessanta brani per tre ore e quarantacinque minuti di musica, contenente materiale inedito e demotape realizzati tra il 1981 e il 1990 e mai pubblicati per alcuna casa discografica.

La raccolta intende da un lato definire la cifra stilistica di Riccio, raccontandone le radici new wave e le idee bowiane, ma anche offrendo uno spaccato delle atmosfere musicali del periodo, in un lungo percorso che viene oggi riassunto in “DeaR Tapes - Greetings from Uchronia” e che passa attraverso spesse vene psichedeliche ascrivibili a un ideale art rock, ma anche sporadiche contaminazioni jazz e pulsioni avanguardiste.

Riccio ne parla come di una sorta di “sussidiario della giovinezza”, la sua e quella di chi in quel periodo ha formato il proprio gusto musicale, ma anche di un’altra occasione di riscoperta per chiunque sia arrivato dopo.

Riassumere l’immenso materiale sonoro è difficile, ma alcuni degli episodi più simbolici coincidono con “Les Saltimbanques” per il primo dei tre CD, insieme con “Bossa Rossa” e “Far Are the Shades of Arabia”, tre brani che testimoniano la complessità di un gusto musicale difficilmente ascrivibile a un solo genere musicale.

“Me and UFO”, “I’m in Dance (in Fairyland)” sono due dei momenti migliori del secondo CD, mentre il terzo spazia da “Radio Baghdad” a “The Crooner”, fino a “In Ein Altes Stammbuch”, presentandoci l’intero arsenale artistico di una grande personalità della musica italiana. (Piergiuseppe Lippolis)