SUN ELECTRIC "Live at Votivkirche Wien"
(2024 )
I Sun Electric, il duo berlinese formato da Tom Thiel e da Max Loderbauer, pionieri dell’elettronica live già dai primi Anni Novanta, sono sempre stati avanguardistici e ambiziosi in ogni loro singola avventura. Live at Votivkirche Wien, che è testimonianza fedele e appassionata di un concerto tenuto dal duo a Vienna nel 1996, è un documento (uscito per Arjunamusic) fondamentale e strepitoso, che mostra l’eccelsa intesa che i due componenti del progetto sfruttano ed esplorano per tutto il tempo, lucida rappresentazione di quanto i Sun Electric hanno saputo dare al mondo della musica elettronica in un decennio così cruciale per essa.
Nei 75 minuti di performance che Live at Votivkirche Wien preserva in maniera intatta e precisa, i Sun Electric mettono a frutto tutta la loro versatilità e intesa dal primo minuto all’ultimo, sfruttando anche i venti secondi di riverbero offerti dalla neo-gotica Votivkirche, che, insieme ai suoni e ai ritmi scelti dai due, costruiscono un’impalcatura gravitazionale di straordinaria bellezza. Vibrazioni cosmiche frammentarie e codificate levigano lo spazio e il tempo che i sette brani in scaletta erigono. La feroce e teatrale apertura è affidata a “Opening”, dodici minuti di synth e loop stranianti e vorticosi che sfociano nei viaggi intergalattici che sembra disegnare “Waitati Post”, a metà tra le sperimentazioni dell’acida techno di Carl Craig e dell’elettronica sperimentale di The Orb; una breve pausa che raccoglie gli applausi conduce immediatamente nella immersiva e straripante “Flat and Endless”, che pare mimare il suo stesso titolo producendo un propagarsi senza fine di passi e di elettroni.
È questa la firma più caratteristica del duo, che è impossibile non riconoscere: i beat ossessivi sono quasi sempre tesi a cullare l’ascoltatore per portarlo all’interno di una dimensione onirica dove è difficile distinguere ciò che è vero e ciò che è finto; non mancano, poi, le cinematiche inquietudini di costruzioni sonore argute e spiazzanti come quelle di “Kallisto” o quelle dalle sembianze kraftwerkiane à la Autobahn di “Aaah”, chiusura sognante e conciliante del concerto, un set solido e incendiario che propaga la sua lunghezza d’onda anche una volta che è finito.
Dal primo all’ultimo minuto, sul palco della Votivkirch Thiel e Loderbauer sembrano in qualche modo volersi fondere e amalgamarsi senza desiderare perdere, però, le proprie unicità individuali; la loro coesione così magnetica e ipnotica, in ogni caso, è il tratto distintivo dei Sun Electric e la carta vincente più evidente del loro stile e della loro idea di musica, un’immersione pressoché totale nell’universo variopinto – a tinte chiare e a tinte fosche – che impersonano e che scrivono, una continua espansione del movimento e del suono calda e vivida, testimonianza perfetta e più fedele della loro potenza e integrità.
(Samuele Conficoni)